Le diete malsane e il consumo del cosiddetto junk food sono la causa principale della forte diffusione dell'obesità in molti paesi, in modo particolarmente preoccupante tra i giovani. Limitare la pubblicità di cibi malsani potrebbe contribuire a limitare questa abitudine e migliorare quello che si mangia.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 40 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni e 131 milioni di bambini di età compresa tra 5 e 9 anni sono in sovrappeso o obesi.
In Australia è stato recentemente presentato un disegno di legge che mira a vietare la pubblicità di alimenti malsani definiti in precedenza dal ministero della salute, comprese bevande zuccherate, dolciumi e pasti malsani da fast food. La pubblicità di questi alimenti e bevande sarebbe vietata in televisione, radio e servizi di streaming dalle 6:00 alle 21:30 e vietata del tutto online e sui social media.
La proposta evidenzia una delle nostre più grandi criticità per la salute e cerca di fare qualcosa per contrastarla.
Riguardo alla situazione italiana, una ricerca del 2020 ha messo in luce che i bambini sono esposti ogni giorno a un'elevata quantità di pubblicità televisive di cibo. La fascia oraria delle 15:00 ha avuto il più alto tasso di annunci alimentari (23,8%), rivolti prevalentemente a un pubblico di bambini e preadolescenti.
In Australia, dove si sta discutendo il progetto di legge, la percentuale di adulti in sovrappeso o obesi è triplicata dal 1980. Oggi, circa un quarto dei bambini australiani è in sovrappeso o obeso. Le conseguenze sono gravi. L'obesità aumenta il rischio di una serie di malattie, come il diabete, il cancro e le malattie cardiache, predisponendo i più giovani a sviluppare malattie croniche. I costi sanitari dell'obesità ammontano a miliardi di dollari ogni anno, per non parlare di tutti gli anni di vita vissuti con malattie e disabilità o persi a causa di una morte prematura.
Questa non è la prima volta che viene proposto un divieto sulla pubblicità di cibo spazzatura, ma oggi ci sono più motivi che mai per attuarlo.
Da anni gli esperti chiedono restrizioni pubblicitarie. Nel 2009, l'Australian National Preventive Health Agency li ha raccomandati e sono stati a lungo raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Sono supportati dall'evidenza che la pubblicità influenza le diete e le preferenze dei più giovani, stimolando e indirizzando un bisogno di mangiare.
Anche senza questa evidenza, il grande investimento finanziario delle aziende alimentari indica che la pubblicità del cibo spazzatura funziona.
Uno studio ha rilevato che la pubblicità australiana sulle sole bevande zuccherate costa quasi cinque volte di più delle campagne governative che promuovono un'alimentazione sana, l'attività fisica e la prevenzione dell'obesità. E le aziende progettano attentamente la pubblicità per attirare i ragazzi. Le loro strategie includono personaggi famosi che si impegnano nella promozione, regali e giochi e la diffusione online della pubblicità per intercettare i ragazzi durante la visualizzazione internet e social.
La maggior parte dei genitori non ha bisogno di essere persuasa per conoscere il potere delle inserzioni pubblicitarie, avendo visto come i figli, anche da molto piccoli, impiegano il "potere del tormentone" per ottenere quello che desiderano e quelli più grandi spendere la loro paghetta in scelte malsane. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui due terzi degli australiani sostengono il divieto di pubblicità di cibo spazzatura durante l'orario di visione dei più piccoli.
Perché i governi di molti paesi finora non hanno agito? Quando gli organismi sanitari hanno iniziato a chiedere restrizioni pubblicitarie quasi 15 anni fa, l'industria ha prontamente escogitato un piano tutto suo. Sono stati redatti codici di condotta facoltativi per "pubblicità e marketing responsabili per i bambini". Ma ci sono scappatoie e lacune significative in questi codici, che sono volontari, ristretti, vaghi e privi di conseguenze.
Com'era prevedibile, l'autoregolamentazione non ha ridotto la pubblicità di cibo spazzatura ai bambini. Mentre i paesi con politiche obbligatorie hanno visto diminuire il consumo di cibo spazzatura, questo è però aumentato nei paesi in cui l'industria alimentare detta le regole.
Da quando il Quebec in Canada ha introdotto il primo divieto nel 1980, più di una dozzina di paesi in tutto il mondo lo hanno seguito e altri stanno pianificando di farlo.
Le diete malsane devono essere corrette ma la semplice risposta di incolpare l'individuo è sbagliata. Le scelte alimentari malsane sono favorite da cose come la pressione del tempo, il costo della vita, la disponibilità di cibo fresco e il marketing da cui adulti e bambini sono costantemente bombardati.
Ecco perché i governi dovrebbero rendere le scelte salutari più economiche, più convenienti e più allettanti, in modo da poter competere con opzioni malsane. Togliere dal campo la pubblicità rivolta ai più piccoli sarebbe un buon primo passo per contrastare la diffusione dell’obesità e delle malattie di lungo termine provocate da un’alimentazione malsana.