Info: info@ubiminor.org  |  Segnalazioni: notizie@ubiminor.org  |  Proposte: redazione@ubiminor.org

 facebook iconinstagram iconyoutube icon

Tutti commettono errori, non si finisce certo di compierne raggiungendo l’età adulta, nonostante tutta l’esperienza che si possa accumulare. È importante però non “restare sul colpo”, quando si sbaglia. Saper affrontare e rielaborare un errore commesso è una capacità che dovrebbe essere appresa quanto prima, già a partire da quel periodo così problematico che è l’adolescenza.

20250123 scndrr 1

Da un punto di vista educativo è importante valutare come un giovane reagisce a uno sbaglio, e portare lui stesso a saper analizzare le sue reazioni. Alcuni di saranno sulla difensiva e giustificheranno le ragioni dell'errore, altri proveranno vergogna o potrebbero sviluppare un senso di colpa. Altri ancora potrebbero incolpare se stessi o dare tutta la colpa agli altri.

I più sensibili o vulnerabili potrebbero persino arrivare a sentirsi dei falliti, almeno per un certo periodo.

Quello che si fa nella risposta ai propri errori, spiega la psicologia, è fondamentale per l’autostima e per le potenzialità evolutive dell’imparare dall’esperienza dei fallimenti.

Quando si commette una seconda volta un errore, questo non è semplicemente ripetere lo stesso errore. Ancora più significativamente, spiegano gli psicologi, il secondo errore riguarda in realtà di più l'essere ancora concentrati sul primo errore. Questa sarebbe l'essenza del secondo errore.

Gli errori potenzialmente rappresentano una scoperta di sé e possono portare a un'espansione della conoscenza. Questa scoperta sarà depotenziata se viene offuscata da sentimenti di difesa o vergogna. La capacità di imparare e ricavare qualcosa di valore dagli errori o dai fallimenti potrebbe essere facilmente persa se non si coglie l'opportunità di considerare i propri errori sotto una luce nuova.

Quando si ripete un errore

Un fattore importante che contribuisce al fatto che si commette un certo errore è il perfezionismo. Quando qualcuno crede di dover essere perfetto, non riesce ad accettare i propri errori. Rimuginerà su di loro per giorni o settimane.

Questa è una caratteristica della personalità che può essere una costante in tutta la vita e che dovrebbe essere “corretta” quanto prima per evitarne le conseguenze negative in termini sia di equilibrio interiore, sia di percorso personale e professionale.

La convinzione nella possibilità di agire con perfezione tiene bloccati. È una convinzione che si sa essere illusoria ma, nonostante questo, si fatica a liberarsene.

Il potere dell'illusione di poter essere perfetti può portare a negare, a rifiutarsi di ammettere di aver commesso un errore. Questo predispone a continuare a commettere lo stesso sbaglio a causa del mancato apprendimento da quell'errore.

L'errore negato può portare a dare la colpa agli altri, una proiezione sugli altri che di fatto rinnega del tutto l'errore. I tentativi di non assumersi la responsabilità dello sbaglio e la continua concentrazione su quanto accaduto, anche se ormai è irrimediabile, sono quello che porta inevitabilmente alla sua ripetizione.

Imparare dagli errori

Il progresso evolutivo inizierà con il riconoscere piuttosto che negare gli errori commessi, quando si dà il via al lavoro di apprendimento delle importanti lezioni che gli errori commessi possono impartire. Queste “lezioni” possono portare un giovane verso direzioni prima sconosciute.

L'errore apre la strada a una nuova consapevolezza, che rappresenta la manifestazione in evoluzione di una mentalità di crescita.

20250123 scndrr 3

Attraverso una mentalità di crescita, gli errori possono essere visti come opportunità piuttosto che come cadute, come ostacoli. Questa mentalità di crescita consentirà di vedere gli ostacoli come sfide superabili piuttosto che come minacce. La sfida e la potenzialità di crescita spingono a un’azione positiva, mentre la paura può solo bloccare.

La motivazione risulta potenziata perché l'errore è stato riformulato come un fattore di crescita esperienziale. Coinvolgimento e impegno vengono aumentati e quello che accade, i risultati che si ottengono, vengono visti come migliorabili e non come esiti fissi.

Un giovane che riesca a pensare in questo modo, si trova ora in un processo di trasformazione dei suoi errori, i quali diventano un apprendimento fecondo.

Si può concentrare sull'analisi al presente del problema in questione e sul suo esito futuro e non su uno sbaglio passato ormai superato. A un atteggiamento disfunzionale si è sostituito un atteggiamento funzionale.

Forse ora un giovane potrà vedere i suoi errori come un punto di partenza piuttosto che un punto di arrivo, sviluppando così una nuova fiducia nelle sue capacità di aderire al processo di cambiamento piuttosto che sentirsi sconfitto.

La sua resilienza crescerà insieme ai suoi successi. Gli atteggiamenti perfezionistici possono finalmente ridimensionarsi. Ogni volta che ci si impegna con una mentalità di crescita, crescono parimenti le capacità di comprensione, le quali a loro volta si alimentano con il superamento degli errori commessi.

Guidarli alla metacognizione

La metacognizione consiste, anzitutto, nell’esercitare un pensiero sul pensiero. È anche il modo in cui si regolano i propri processi di pensiero, fattore che aumenta la capacità di determinare le proprie azioni e i propri comportamenti.

La metacognizione, in altre parole, va oltre il semplice pensiero, verso una consapevolezza di come modificare il proprio modo di pensare. Si passa dai pensieri al loro controllo, valutazione e adattamento.

Nella società odierna, sottolineano gli esperti, questa capacità di elevare il proprio pensiero a un livello metacognitivo è vitale.

L'esperienza metacognitiva, la propria risposta all’interno del processo di apprendimento, chiarisce sentimenti ed emozioni che sono in atto dentro di sé e che rappresentano un sistema di feedback.

Questo aiuta a comprendere i progressi personali e quanto siano realistiche le proprie aspettative. Crea anche una comprensione e una connessione più precise delle nuove informazioni con quelle vecchie.

La metacognizione è al centro della risoluzione dei problemi con successo e della formulazione di strategie per agire in determinate situazioni. Assiste i cambiamenti transitori nel pensiero che possono ridefinire il modo in cui un giovane, e poi un adulto, pensa, al di là del contenuto del suo pensiero.

È dunque una competenza vitale e preziosa, da promuovere nella relazione educativa, uno strumento che una volta acquisito si sosterrà e potenzierà da solo, attraverso una nuova capacità di rielaborare le esperienze.


Accetto i Termini e condizioni