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Da genitori non è facile osservare nei figli adolescenti quelle esitazioni, quelle rinunce, quelle sofferenze che provoca il contatto con il mondo e che rientrano nei sintomi e negli effetti di quella che viene definita come ansia sociale.

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Anche solo dover preparare un regalo, un biglietto di auguri, un invito per una piccola festa, fa sentire sotto giudizio e provoca nei giovani che ne soffrono una sorta di paralisi.

L'ansia sociale comporta la paura di una valutazione negativa, e questa paura può derivare da interazioni sociali o dal doversi esporre o esibire davanti agli altri.

L'ansia da prestazione e l'ansia sociale possono essere una parte naturale della crescita, spiega la psicologia evolutiva, ma possono diventare problematiche se i ragazzi iniziano a evitare situazioni che scatenano le loro paure o se le loro paure diventano travolgenti.

Per i giovani, il disturbo d'ansia sociale viene spesso identificato durante l'adolescenza e include l’ansia legata all'interazione con i coetanei. Spesso si sente parlare di casi di adolescenti che evitano addirittura di andare a scuola e di interagire socialmente, rinchiudendosi nelle loro case.

Altre forme di ansia sociale nei più giovani possono includere la paura di essere goffi davanti ai coetanei, la paura di non piacere alle figure autoritarie, la paura di una valutazione negativa da parte degli altri, la preoccupazione per i giudizi dei fratelli o la riluttanza ad affrontare impegni e compiti che non portano un successo immediato.

Ovviamente, provare ansia su come gli altri ci percepiscono è una cosa normale per l'essere umano; non significa necessariamente che un ragazzo abbia un problema d'ansia. Ciò che può fare la differenza nel loro percorso di crescita non è tanto la presenza o l'assenza di queste emozioni, ma poter contare su un supporto esterno – quanto, ad esempio, un genitore che aiuta a rispondere alle paure.

Esistono piccole strategie, affermano gli esperti, che possono aiutare gli adulti a insegnare come può essere affrontata e ridimensionata l’ansia dei ragazzi.

Riconoscere e dare un nome ai propri sentimenti, pensieri e sensazioni

Per affrontare efficacemente qualsiasi problema mentale o emotivo occorre anzitutto averne consapevolezza. I ragazzi che stanno vivendo l’ansia sociale devono diventare consapevoli delle emozioni, delle modalità di pensiero e delle sensazioni corporee che la accompagnano.

I ragazzi ansiosi non sempre sono tranquilli o timidi. Possono anche celare i loro sentimenti per poi improvvisamente esplodere. Una via d’uscita, spiegano gli psicologi, consiste nell’aiutarli a riconoscere e dare un nome alle loro abitudini interiori e ai loro sentimenti, senza giudicarli.

Questo può aiutare a disattivare il centro d'allarme del cervello, permettendo ai giovani di pensare più chiaramente.

Può anche essere utile per i ragazzi riconoscere i loro schemi di pensiero. Per chi soffre di ansia sociale è facile averne di distorti che contribuiscono a generarla. Per questo motivo, un trattamento comune è la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che può aiutarli a identificare queste "distorsioni cognitive".

Capire che non sono i soli

Ricordare che non si è soli ad affrontare questa difficoltà, può essere particolarmente utile per i ragazzi che soffrono per pensieri e sentimenti legati all'ansia sociale. Questi giovani sono tipicamente inclini alla vergogna e temono di essere percepiti negativamente dagli altri. Sono spesso consapevoli che la loro ansia non è socialmente appropriata.

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A volte, adulti ben intenzionati dicono loro che non "dovrebbero" sentirsi ansiosi, ma questo tende solo a peggiorare la loro ansia e vergogna. Quello che un ragazzo ha bisogno di sentire invece è che anche altri ragazzi come lui e a volte anche adulti si sentono ansiosi.

Quando un genitore condivide un episodio in cui ha provato ansia sociale, crea un ponte verso l'esperienza del figlio e lo aiuta a interiorizzare che non è solo.

Consolare e incoraggiare se stessi con gentilezza

L'autocompassione è un antidoto alla vergogna, e studi fatti su adulti e giovani che hanno seguito un training di autocompassione hanno riscontrato significative diminuzioni dei loro sintomi di ansia. L'autocompassione invita a imparare a trattare se stessi con la stessa gentilezza che si offrirebbe a un buon amico.

Gli adolescenti devono sapere che gli adulti comprendono le loro difficoltà con sentimenti e pensieri legati all'ansia. Hanno anche bisogno di sapere che gli adulti credano che possano gestire i loro sentimenti ansiosi, riuscendo nonostante questi a sostenere compiti difficili.

Aiutarli ad agire e poi valorizzare i loro progressi

Spesso gli adolescenti con ansia vogliono evitare eventi che scatenano la loro paura, ma l'evitamento non fa che aggravare la loro ansia nel tempo. Questo è il motivo per cui le raccomandazioni degli psicologi per superare l'ansia sociale enfatizzano l'aiutare i giovani ad andare avanti di fronte alla paura.

Supportare i ragazzi quando provano ansia è fondamentale, ed è anche importante aiutarli progressivamente a imparare a vincere le paure in modo indipendente.

I progressi e i successi ottenuti in casi specifici nei confronti dell’ansia, indicano che l’ansia è stata per sempre vinta? Ovviamente no.

È un processo che deve essere ripercorso con molte volte. È importante che gli adulti ricordino che ci sono innumerevoli fattori che determinano l’insorgere dell’ansia, tra cui la sua salute, la sua relazione con gli altri e anche quanto ha dormito.

Il compito genitoriale e educativo, riassumono gli psicologi, è quello di far acquisire ai ragazzi la capacità di dare un nome alle loro paure, capire che non sono soli e di aiutarsi attraverso una cura di sé e il compiere azioni forti di contrasto alle proprie ansie.

Ogni volta che troveranno risorse di resilienza per contrastare una paura, staranno mettendo un'altra pietra sul sentiero che porta alla libertà dall’ansia e a una vita relazionale e sociale positiva.


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