Calore
U
C
I
N
A
L’atto del cucinare, inteso nella sua espressione più ampia del pensare gli ingredienti, selezionarli con cura, amalgamarli, sperimentarli e donarli a sé stessi e agli altri, è racchiuso nella parola stessa CUCINA, germe vitale di infinite potenzialità se si tengono in considerazione quelli che definisco come i suoi assiomi.
Per ogni assioma, come convalida sperimentale e per piacere, vi fornisco una mia ricetta e ne attendo in privato (
Partiamo quindi dal primo assioma, che ne ha generato la genesi:il calore …………per poi pian pianino, così come in ogni cucina che meriti di considerarsi tale, arrivare agli altri.
C= CALORE
La cucina è principalmente calore che si sprigiona dalla temperatura del fuoco, dei fornelli, del forno, del barbecue. Dai vecchi ai più sofisticati metodi di cottura i nostri antenati, le nostre nonne, le nostre zie, i nostri genitori, più vicini a noi nella linea del tempo, hanno assistito grazie al calore, alla trasformazione alchemica degli ingredienti che uniti, assemblati, mescolati e poi cotti sprigionano calore partendo proprio dal calore.Un caldo che genera caldo, che riscalda l’anima e i solletica i sensi, e che una volta sperimentato ha permesso di bypassare la cottura e cucinare anche a “freddo” conservando intatta nella sua genesi la trasformazione generata dalla modificazione di stato.
Il cibo arriva ai sensi ancor prima di essere degustato, partendo dalla via preferenziale dell’olfatto e della vista che ci permettono di percepire ed immaginare, prima ancora di poter riuscire ad assaporare, e che rimangono indelebili nella nostra memoria del gusto.
Il calore della cucina, è il primo assioma per eccellenza, sul quale prende forma la progettualità di un percorso di benessere psicologico, dove l’essere nel caldo degli affetti ci fornisce la consapevolezza che abbiamo sempre un riparo nel quale poterci rifugiare quando gli eventi di vita ci soprassanno e abbiamo bisogno del calore del “buono” per riscaldarci e ritemprarci. Calore che ci ricorda, dal punto di vista psicologico, del valore positivo di un processo di cambiamento che anche se ci può spaventare, ci fa crescere e può farci stare bene.
Conferma dell’assioma da sperimentare dopo una giornata difficile:
Zuppa di ceci e gamberi
Ingredienti per 4 persone:
3 etti di gamberoni rossi
300 gr di ceci
1 patata piccola
Sedano carota e cipolla a pezzi
quadratini di pane di segale
sale
pepe bianco
olio Extra Vergine di Oliva
Ingredienti Base + Cottura + Assemblaggio = Trasformazione
Ceci: Mettere in bagno la notte i ceci con un cucchiaino di bicarbonato per renderli più morbidi in cottura. Cuocerli il giorno dopo con uno spicchio d’aglio in camicia.
Gamberoni:
per il brodo di gamberoni: eliminare i carapaci e le teste dei gamberi e farli soffriggere con carota cipolla e sedano a pezzi. Aggiungere 1 litro d’acqua acqua e fare sobbollire per un’oretta. Filtrare il brodo di gamberi e tenerla da parte.
per i gamberoni cotti: scottare brevemente i gamberoni in una padella antiaderente unta con pochissimo olio e tenere da parte.
Assembliamo gli ingredienti:
Soffriggiamo la patata tagliata a dadini con uno spicchio d’aglio e un rametto di rosmarino (che poi toglieremo) prima che si rosoli aggiungiamo il brodo di gamberi. Quando la patata è quasi cotta aggiungiamo parte dei ceci e teniamo da parte gli altri interi. Frulliamo il tutto, e solo se vogliamo una zuppa più vellutata passiamo allo chinois. Aggiungiamo il resto dei ceci, sale e pepe e facciamo addensare riducendo o aggiungendo del brodo di gamberoni.
Polvere di pane e gamberoni:
Frulliamo un gamberone cotto con dei crostini di pane e utilizziamo la polvere ottenuta per decorare il piatto.
Assembliamo gli ingredienti (la trasformazione):
Serviamo nei piatti con sopra i gamberoni a raggio, i crostini di pane ripassati in olio e rosmarino, una spolverizzata di polvere di gamberoni e un giro di olio EVO.
Buon Calore