La cucina da grande madre del mondo ci viene incontro sempre, anche e soprattutto, nei momenti di difficoltà come quello che stiamo vivendo oggi. Cucinare è una vera e propria terapia per l’anima, per alleviare momenti di stress, per dare direttive, per sviluppare pensieri creativi, per distrarre l’attenzione ed abilitarla alla progettualità esecutiva, per mantenere attiva la memoria in situazioni di emergenza, per non cadere in vissuti depressivi, per unire la famiglia e unirci nelle difficoltà, per reagire costruttivamente agli ostacoli che la vita ci pone dinnanzi, a volte drammatici, come quello di oggi.
E da grande tutrice del mondo ci scalda in un abbraccio globale fatto di relazione, condivisione, appartenenza culturale e territoriale che si sedimenta nel piatto e arriva direttamente al cuore della nostra affettività.
La psicologia e l’arte culinaria si mescolano insieme nella pratica rivoluzionaria della Cooking Therapy (Volpi, 2020 in press. Carocci editore) e OGGI più che mai, chiusi dentro il guscio protettivo delle nostre abitazioni, la cucina diventa nucleo vitale, strumento duttile e risorsa espressiva per reagire costruttivamente all’emergenza del Corona Virus. Si cucina con amore e si reagisce costruttivamente continuando ad alimentare l’elogio di una quotidianità ristrutturata su nuovi bisogni. Si cucina e si reagisce stando ovviamente attenti ad essere oculati e non cadere nell’ingordigia, perché altrimenti dovremmo intervenire in altro modo.
Dal mio blog Cooking Therapy lancio quindi l’iniziativa di aprire virtualmente le vostre cucine e inviarmi via mail (
Attendo ricette e pensieri per affrontare insieme l’emergenza corona virus e sentirci protetti, oltre i fornelli di casa, dall’abbraccio caloroso della grande cucina del mondo.