"Sono evidenti lo scontro tra irrequietezze adolescenziali e carenze educative, i principi etici scossi dalle fragilità emotive; la messa in discussione delle teorie pedagogiche non così condivise e la deflagrazione del cocktail esplosivo di sentimenti e risentimenti. Sono tutti fattori che mettono in scacco la weltanschauung e il patto educativo".
La recensione di Joseph Moyersoen
Una classe qualunque di un liceo qualunque di una città slovena, per la gravidanza della propria prof. di tedesco, affronta l’arrivo di un insegnante supplente. “Sono vivaci, disobbedienti e poco concentrati” afferma subito al suo arrivo Robert Zupan (interpretato dal famoso attore sloveno Igor Samobor). Il nuovo docente è particolarmente intransigente e severo nei confronti degli alunni, e impronta da subito le sue lezioni con metodi rigidi e razionali “vecchio stile”, tutt’altro che empatici, basati sul rispetto dei rituali (per es. l’alzarsi in piedi all’ingresso del prof.) e delle regole (per es. intervenire solo alzando la mano durante la sua lezione), nonché su un’analisi attenta che scava in profondità le cose lette e studiate.
L’arrivo del prof. Zupan è subito collegato a una tragedia che colpisce la classe e il liceo tutto: il suicidio di Sabine, una delle alunne. Il film non si sofferma sulle cause del gesto estremo che il regista svela solo alla fine del lungometraggio, bensì sulle dinamiche che il gesto innesca tra gli studenti, gli insegnanti e i genitori.
Sabine è una studentessa introversa e solitaria, ha l’hobby del pianoforte e non lega con nessuno. Nessuno conosce la sua vita e la sua famiglia; ne i compagni di classe, ne colei che si considera la sua migliore amica sanno dove e con chi abiti. Quando i compagni di Sabine vengono a sapere del suicidio, dopo un momento di incredulità e sgomento, il loro dolore viene trasformato in rabbia e inizia la caccia alle ragioni, al responsabile, al capro espiatorio. I compagni ricollegano subito il gesto estremo ad un episodio capitato poco prima, quando il prof. Zupan cerca di spronare Sabine a decidere cosa vuol fare nella sua vita: “Quando lo saprai? Tra un’ora? Mai? E’ questo che vuoi diventare? Una fallita?”, e dall’incontro con il prof. la ragazza fugge fortemente scossa.
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