Daniel (Earl Cave, figlio di Nick Cave) vive con la madre Sue (Monica Dolan) nella periferia di Bromley, cittadina inglese. Sue fa la bibliotecaria nel reparto infanzia e non ha più avuto nessuna relazione dopo che il marito è fuggito in Florida con la nuova compagna di vent’anni più giovane.
Daniel e Sue sono estremamente diversi: lei si veste di rosa pallido, ha i capelli corti, è sempre indaffarata tra il lavoro, le faccende di casa e il cane Riley, mentre Daniel si veste di nero, ha capelli lunghi e posticci, mangia solo patatine e sandwich, è appassionato di Hard Rock e Heavy Metal, dorme fino a tardi, passa il tempo bighellonando con l’amico Alex ed è alla ricerca di un gruppo musicale in cui fare da frontman, gruppo di cui ha già il nome: “snake skull” (testa di serpente).
Daniel sta per partire per le vacanze estive dal padre in Florida, che aspetta una figlia dalla compagna, quando viene chiamato per cancellare il viaggio per motivi non ben chiari. Daniel e Sue sono così costretti a trascorrere inaspettatamente tutta l’estate insieme.
Inizia così l’opera prima di Simon Bird, già conosciuto come attore comico della pellicola “Finalmente maggiorenni” (2011), che ha raggiunto il record assoluto di incassi in Gran Bretagna, e delle sitcom TV “Friday Night Dinner” (2011), “The Inbetweeners” (2008-2011) interpretando il personaggio Will McKenzie, di cui è stata realizzata anche la trasposizione cinematografica, con il sequel “The Inbetweeners2” (2014), e vincendo tra l’altro il British Comedy Award nel 2009 come miglior attore.
Tratto dall’omonima graphic novel di Joff Winterhart, la pellicola è una tenera e nello stesso tempo spassosa storia del passaggio dalla minore alla maggiore età, del rapporto con un genitore single e con l’heavy metal.
L’imprinting del regista è evidente in quanto l’opera, di genere black comedy, è un susseguirsi esilarante di gag a “botta e risposta” tra battibecchi, malintesi, e ripicche della coppia madre-figlio, che faticano ad accettare di dover trascorrere loro malgrado, l’estate insieme.
Basti citare tra gli altri la lezione di cucina nella gita al mare che vede coinvolto Daniel nella preparazione del caramello con battute salate del cuoco, l’incontro al ristorante tra Sue e il coetaneo insegnante single che cerca di adescare tutte le madri single dei suoi allievi, e l’incontro tra Daniel e il gruppo di Heavy Metal di ragazzini (età media 10 anni) che cerca il suo frontman.
“Days of the Bagnold Summer” è retto dall’ottima doppia prova attoriale di Monica Dolan e Earl Cave, che esprimono in ogni sguardo, gesto o parola, il loro difficile rapporto in un’altalena tra avversione e affetto, facendo i conti con le proprie tragedie private e perseguendo le proprie passioni personali. Centrata anche la colonna sonora, che accompagna con una serie di brani di genere indie del gruppo "Belle & Sebastian”, intervallati e contrastati da qualche breve incursione di brani heavy metal.
Il regista, in un’intervista dedicata in particolare ai rapporti tra il film e il libro da cui è tratto, dichiara: “Mi piace il fatto che si tratti di un film su due persone davvero ordinarie su cui non avrebbero mai fatto un film, e che sono quasi totalmente ignorate nelle loro stesse vite.
Neanche i loro amici li prendono sul serio o hanno un reale interesse per ciò che accade nella loro vita …Ho letto il libro e l'ho adorato, e anche Lisa, mia moglie, che ha finito per scrivere la sceneggiatura, lo ha amato. Quando stavo cercando di pensare a cosa volevo fare come lungometraggio, lei me lo ha ricordato e all'improvviso entrambi abbiamo pensato: "Oh sì, sarebbe fantastico!".
Poi io e il mio produttore abbiamo incontrato Joff (Winterhart), che è un ragazzo fantastico, come si evince dai suoi libri. Ed è stato davvero adorabile, molto generoso e disponibile a farci lavorare con le sue cose. È stato molto morbido, in senso buono. Ha solo detto: "Vi do la mia benedizione, quindi fate quello che volete" …
ll tono è sempre la cosa principale che mi interessa quando leggo o guardo qualcosa, ed è quello che ho adorato del libro: il tono è molto specifico e delicato, e giusto al confine tra il divertente e il triste. Non so perché mi piaccia così tanto … È un mix strano.
A un certo punto, stavo seriamente pensando di render il film esattamente come il libro, farlo in bianco e nero, farlo piuttosto sgangherato e girarlo nel formato quadrato, come le vignette del libro. Ma alla fine ho pensato che sarebbe stato davvero bello celebrare queste persone filmandole in Technicolor e mettendole sul grande schermo, facendolo sembrare il più possibile un film. Ci sono un paio di immagini che sono così buone che non potevo davvero dimenticarle, e penso che ci siano almeno due o tre immagini che sono state riprese al 100% dalle vignette del libro.”
Un film che, come il libro di Winterhart, enfatizza perfettamente i contrasti: il fisico, il carattere dei due protagonisti, la diversa generazione di appartenenza, le abitudini, gli hobbies, gli stili di vita, nonché la musica.
Recensione pubblicata dal sito del Tribunale per i Minorenni di Milano
che ospita le recensioni di Joseph Moyersoen