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Cara Angela, non sono passati neanche dieci  giorni dall'ultima volta che ti ho scritto, ed eccomi qua, di nuovo carta e penna in mano, a renderti conto delle mie azioni nell'arduo tentativo di placare la tua rabbia e ancora una volta a cercare di indicarti la via. Perché è proprio di via che voglio parlarti o meglio dei numerosi percorsi possibili che conducono alla stessa meta.

20140325 diario


"Tutte le strade conducono a Roma. O almeno quasi tutte". Lo conosci il proverbio, no? Ancora una volta la saggezza antica ci vieni soccorso e ci ritroviamo scoprire ciò che i nostri antenati avevano già scoperto 2000 anni fa: non esiste un solo modo, un solo percorso per raggiungere la meta, ce ne sono tanti. Alcuni migliori, alcuni peggiori. Ma se l'obiettivo è chiaro, stiamo certi chi alla fine riusciremo sempre a raggiungerlo.


L'importante è concentrarsi sulla meta finale e, una volta deciso il percorso o il metodo, attenersi strettamente a quello. A meno di errori clamorosi e quasi sempre evitabili se uno ci avesse pensato con più attenzione prima, il vero errore é continuare a cambiare percorso, nel tentativo di trovarne uno migliore. In realtà, così facendo, si perde solo tempo e  si allungano i tempi in cui raggiungeremo la nostra meta.

 

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Io che per ogni misfatto prevedo una punizione. Invece no, loro erano lì, aperti e disponibili senza vincoli, senza richieste, senza condizioni. Una resa?

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Non sono morbida di carattere, lo sai bene. Se ho scelto la strada della pazienza e della tolleranza, ci deve essere una ragione seria e profonda dietro, non credi? Come ti raccontavo ieri sera, è una storia molto vecchia, che risale addirittura a quando ero una ragazzina della tua età . Già da allora, oltre trent'anni fa, il fenomeno dei ragazzini aggressivi e problematici esisteva e i giornali cominciavano a parlarne. Da lettrice accanita che ero, a quell'epoca il pc e Facebook non esistevano, divoravo tutta la carta stampata che mi capitava a portata di mano, tra cui questo articolo, appunto. Raccontava che nel nord Europa, in Svezia mi pare, esistevano delle famiglie in cui venivano alloggiati temporaneamente ragazzi con problemi con l'obiettivo di recuperarli.


Erano ragazzi davvero sgradevoli e difficili, una bella grana de gestire insomma! Eppure la strategia adottata da questi genitori adottivi era molto semplice e lineare: pazienza e amore. I monellastri ritornavano tardi, a orari impossibili? I genitori “adottivi” erano sempre lì, a qualunque ora, pronti ad accoglierli con una tazza di cioccolata calda. Nessun rimprovero, nessuna critica, nessuna domanda sul loro operato. Un sorriso, un semplice come stai, se vuoi ti ho preparato la cioccolata in cucina.


Credo di aver riletto almeno un paio di volte queste righe, tanto mi sembravano assurde. Così lontane dal mio modo di pensare, io che per ogni misfatto prevedo una punizione. Invece no, loro erano lì, aperti e disponibili senza vincoli, senza richieste, senza condizioni. Una resa? Più che altro una ritirata tattica, visto che alla fine poi i risultati arrivavano: dopo i silenzi i mugugni iniziali, I ragazzi cominciavano a calmarsi, a prendere fiducia. A poco a poco si aprivano,  esponevano con calma i loro problemi le loro paure, e imparavano a chiedere aiuto.

Cominci a capire? Non importa, la nostra pazienza ed il nostro amore sono lì anche per te.


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