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Minori fuori famiglia, le ong: ‘Nel Jobs Act inserire norme per inclusione lavorativa’
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/19/minori-fuori-famiglia-le-ong-nel-jobs-act-inserire-norme-per-inclusione-lavorativa/1821888/
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Diminuisce il consumo di alcol negli adolescenti e nei giovani adulti
http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/15_luglio_08/diminuisce-consumo-alcol-adolescenti-giovani-adulti-7d7ab714-2553-11e5-85c7-ee55c78b3bf9.shtml
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Colorado sperimenta anticoncezionali gratis, crollano gli aborti tra le adolescenti
http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/adolescenza/2015/07/06/news/colorado_sperimenta_anticoncezionali_gratis_crollano_gli_aborti_tra_le_ragazze-118493044/
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Adolescenti fra politica e istituzioni
http://www.altrenotizie.org/societa/6566-adolescenti-fra-politica-e-istituzioni.html
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Apprendere con la pedagogia del bosco
http://comune-info.net/2015/06/ricominciare-dalla-pedagogia-del-bosco/
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Oltre 500 associazioni che si occupano di infanzia in Italia hanno chiesto al premier Matteo Renzi con un appello di intervenire, con i decreti attuativi del Jobs Act, per evitare la marginalizzazione dei giovani senza famiglia una volta divenuti maggiorenni.
Tra le associazioni coinvolte non poteva mancare ovviamente Agevolando che, insieme a Fondazione Domus de Luna, Terra dei Piccoli Onlus, Gruppo “#5buoneragioni per accogliere i bambini e i ragazzi che vanno protetti”, Cismai, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (Cncm), Progetto Famiglia e SOS Villaggi dei Bambini, ha proposto al Governo che vengano inseriti nel Jobs Act meccanismi concreti che promuovano l'integrazione lavorativa e l'accompagnamento verso l'autonomia dei giovani neomaggiorenni provenienti da comunità di tipo familiare o famiglie affidatarie.
La proposta è stata consegnata anche in versione cartacea al Premier ieri mattina in Senato.
Sono circa 3200 i neomaggiorenni che ogni anno escono dai percorsi di accoglienza in case famiglia e famiglie affidatarie, di cui almeno duemila non rientra nella famiglia d'origine. Questo significa che ogni anno duemila giovani particolarmente vulnerabili, raggiunta la maggiore età, vengono lasciati completamente soli ed esposti al rischio di marginalizzazione e povertà.Una mancanza che dà vita ad una situazione inaccettabile, che alimenta il circolo vizioso della marginalizzazione e vanifica gli effetti dell'investimento che lo Stato sostiene per promuovere la crescita individuale di ciascun bambino e adolescente senza o fuori famiglia.
Per saperne di più leggete l'articolo su Vita: http://bit.ly/1Rwz9Ub
Vi invitiamo a diffondere e condividere questa e-mail perché sempre più persone prendano consapevolezza della situazione e, soprattutto, perchè possa presto giungere una risposta a queste nostre richieste.
Grazie!
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Oltre 500 associazioni che si occupano di infanzia in Italia hanno chiesto al premier Matteo Renzi con un appello di intervenire, con i decreti attuativi del Job Act, per evitare la marginalizzazione dei giovani senza famiglia che al compimento della maggiore età, non trovano percorsi di inserimento lavorativo. «Uno spreco da 150 milioni di euro l'anno».
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Care e cari,
partiamo da una foto di una classe elementare come ce ne sono molte nelle nostre città, di quei bambini e di quelle bambine che realizzano, divertendosi e ragionando, video come “La Libertà è fiorita”: https://vimeo.com/130195164
Partiamo da qui per proporre a cittadini, imprese, formazioni sociali, Istituzioni Pubbliche un patto di solidarietà.
Sono loro, i bambini, a indicare con lucida sincerità il futuro dei nostri territori, del nostro Paese, del Mondo e noi ci ritroviamo pienamente nell’orizzonte che rappresentano con i loro sorrisi e che indicano con l’immediatezza dei loro messaggi.
Messaggi semplici e diretti. Aver rispetto delle persone è più che un dovere: fa parte della nostra natura. Dipende solo da noi vivere in un mondo accogliente e giusto e tutti noi possiamo e dobbiamo fare qualcosa per costruirlo.
Sappiamo noi adulti che il futuro non potrà che essere il prodotto di un cambiamento profondo e siamo noi che possiamo assumerci la responsabilità di interpretare quel cambiamento affrontando anche le fasi più complicate e continuando a guardare a quell’orizzonte.
In queste settimane Milano, la Lombardia, l’intero Paese vivono una contraddizione stridente: sono capaci ogni giorno di accogliere decine di migliaia di persone ad Expo e vanno in crisi se devono rispondere alla richiesta di aiuto di qualche centinaio di persone alla stazione centrale.
Il movimento di donne e uomini che sono cacciati dalla loro terra per cercare altrove un futuro migliore non è un accidente momentaneo ma un aspetto strutturale del cambiamento globale che stiamo vivendo. Non si tratta né di invasione, né di emergenza. È una fase da governare con sapienza, equilibrio e competenza una trasformazione che attraversa la storia attuale dei popoli, delle nazioni, del mondo.
Alle Istituzioni Pubbliche spetta il compito di mettere in atto le politiche attraverso le quali affrontare le conseguenze del cambiamento; cittadini, imprese, organizzazioni della società civile stanno già operando e continueranno a farlo per dare una risposta civile a chi oggi bussa alla nostra porta.
Costituiremo un fondo di solidarietà amministrato da personalità indipendenti e depositato presso banca etica a sostegno dei costi di una prima accoglienza dignitosa. L’arricchiremo con le risorse che abbiamo. Un fondo a cui chiediamo a tutti di contribuire, che possa sostenere i tanti che sono già impegnati nell’offrire queste risposte.
Ciascuno farà la propria parte perché nessuno è escluso dalla responsabilità di costruire un’accoglienza dignitosa, diffusa sul territorio. Ma questo sforzo corale sarà senza senso se le autorità pubbliche non identificheranno politiche complessive ed efficaci per governare questa sfida nell’immediato e prossimo futuro.
Invitiamo tutte e tutti, cittadini, imprese, organizzazioni della società civile, Istituzioni Pubbliche venerdì ventisei di giugno duemila quindici alle ore 13,40 al Padiglione della Società Civile di Expo Milano 2015 -Cascina Triulza- a dire che Milano, la Lombardia, l’Italia sono luoghi ospitali, responsabili ma soprattutto consapevoli dell’impegno che ci vuole per vivere il presente progettando il futuro
prime adesioni:
Forum del Terzo Settore – Lombardia
Casa della Carità
CNCA Lombardia
ACLI Lombardia
AUSER Lombardia
Federsolidarietà ConfCooperative Lombardia
AiBi
Forum territoriale del Terzo Settore di Milano
Arci
Arci Lombardia
Agesci Lombardia
AVAL –Associazione Volontari Aclisti Lombardia
Civitas
FAP Lombardia
Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo
Forum territoriale del Terzo Settore della Valle Camonica
ANTEAS Lombardia
Ledha
Fondazione Banco Alimentare ONLUS
Compagnia delle Opere Lombardia
Arci Lombardia
Arci Milano
ACLI Milano
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Che bello il museo fatto da me!
http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=46096&IDCategoria=45
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CNCA: “No al profit travestito da impresa sociale”
Si è chiusa oggi a Napoli l'Assemblea nazionale della Federazione.
Presa di posizione sulla legge di riforma del terzo settore.
Napoli, 13 giugno 2015
No al profit, e alle logiche del mercato, travestiti da impresa sociale. E' questo il messaggio lanciato dall'ultima Assemblea nazionale del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), che si è tenuta ieri e oggi a Napoli, al centro sociale La Gloriette, gestito dalla cooperativa sociale L'Orsa Maggiore in una struttura confiscata a un boss della camorra.
L'Assemblea ha avuto due momenti chiave: un approfondimento sulla legge delega di riforma del terzo settore e il convegno finale del progetto "Semi di cambiamento", dedicato all'agricoltura sociale.
La legge delega di riforma del terzo settore. Pur apprezzando alcuni obiettivi della riforma – in particolare, l'esigenza di armonizzare normative diverse e la necessità di assicurare maggiore trasparenza e vigilanza – il CNCA esprime forte preoccupazione per l'emergere di una concezione dell'impresa sociale, di derivazione anglosassone, che finirebbe per assicurare i vantaggi del non profit (vedi l'Iva al 4%) a organizzazioni che non hanno quei requisiti su cui si è sviluppato il terzo settore italiano. Il rischio, qualora questa concezione di impresa sociale dovesse affermarsi, è che nascano organizzazioni di grandi dimensioni interessate principalmente al rendimento economico, anche ricorrendo alle donazioni di privati, semmai in parallelo a una riduzione della presenza del pubblico. Imprese non interessate a favorire coesione sociale e partecipazione, ma principalmente a fornire servizi a singoli nelle fette di 'mercato sociale' più remunerative.
A fronte di tale rischio, il CNCA ribadisce il valore del modello italiano di impresa sociale, radicata nel contesto territoriale e nella collaborazione con tutti gli attori della comunità, con il pubblico in funzione di regia e controllo e in un'ottica universalista. Proprio per rilanciare questo visione del terzo settore la Federazione auspica che si realizzi quanto prima una grande manifestazione nazionale, d'intesa con il Forum del terzo settore e le altre reti nazionali, un'occasione per chiedere anche un forte investimento pubblico nel welfare, che può contare oggi su una dotazione economica molto ridotta rispetto ai partner europei.