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Molti comportamenti anche estremi degli adolescenti sono dovuti alla mancanza di esperienza e capacità di gestire le emozioni – emozioni che a volte li travolgono con conseguenti azioni incontrollate all’esterno o internamente, contro se stessi.

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Quando un ragazzo, inoltre, reagisce giudicandosi e giudicando le emozioni spiacevoli che lo hanno sopraffatto, questo a sua volta può generare ulteriori emozioni indesiderate.

Riuscire a accogliere e accettare le emozioni, spiega la psicologia, può limitare i pensieri giudicanti e le emozioni secondarie non volute e fastidiose. L'accettazione è una capacità che può essere sviluppata nei ragazzi, non è un'abilità innata di cui solo alcune persone sono dotate.

Proviamo a pensare a un ragazzo che abbia studiato per ore e ore in vista di un’interrogazione imminente e che si senta come se non stesse facendo progressi. Inizia di conseguenza a provare ansia e prende a giudicarsi per questa nuova e non voluta emozione, si chiede cosa non vada in lui, poiché l’ansia gli ruba il tempo per concentrarsi e dedicarsi completamente allo studio.

Il ragazzo si trova ora a gestire l’emozione dell’ansia per lo studio e l’interrogazione imminente, e la frustrazione per sentirsi ansioso.

Quando ci si giudica, sottolineano gli psicologi, si genera una seconda emozione che si sovrappone alla prima. Di conseguenza, ci si sente in genere peggio e si hanno ancora meno probabilità di raggiungere gli obiettivi che ci si è posti.

È accaduto più o meno a tutti di prendersela con se stessi per essere stati preda di un’emozione che non si sarebbe voluta provare, ansia, rabbia o tristezza. Se questo accade a un adolescente, l’effetto  è in genere ben più forte.

Un adulto può aiutare un giovane a evitare di provare queste emozioni secondarie? È possibile in generale farlo? La ricerca suggerisce di sì.

Accettare le proprie emozioni

È ormai conosciuta e diffusa la pratica della "mindfulness", termine che ha origine negli insegnamenti buddisti ma che si riferisce a un’idea che si trova in modo simile all’interno di molte tradizioni di tutto il mondo.

La mindfulness è spesso associata alla meditazione, ma la sua essenza consiste nell'essere più consapevoli, e accettanti, della propria esperienza nel momento presente. A volte, l’esperienza nel momento presente include un'emozione spiacevole che si vorrebbe non provare. L'accettazione, spiegano gli esperti, può limitare i pensieri giudicanti e le negative emozioni secondarie.

Pensando all’esempio di prima. Uno studente a un certo punto sente sorgere l'ansia. Invece che arrabbiarsi con se stesso per questa emozione, dovrebbe imparare a accettare quello che gli sta accadendo, dicendosi che, certo, non è piacevole da vivere ma che possiede altresì la capacità di sostenerla e di capire che è solo un'emozione passeggera.

Con questo atteggiamento di accettazione, allontanandosi dall’impulso a combattere contro l'emozione, è meno probabile che rimanga intrappolato in un circolo di pensieri giudicanti che potrebbero scatenare in lui altre emozioni indesiderate.

Potrebbe sembrare controintuitivo che "avvicinarsi" e accogliere la sensazione provocata da un'emozione spiacevole possa essere positivo, ma esistono molte conferme che funziona. Perché? Probabilmente perché accettarsi allevia la pressione.

Si smette di alimentare il fuoco emotivo quando si interrompono i pensieri giudicanti sulle proprie emozioni. E proprio come vorrebbe essere accettato piuttosto che giudicato dagli altri, un giovane deve essere aiutato a comprendere che l'auto-accettazione è semplicemente più rassicurante del giudicarsi.

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Evitando di restare intrappolati in un circolo di pensieri giudicanti, si crea anche più spazio interiore per vedere se c'è qualcosa di utile che si potrebbe fare per cambiare l'emozione iniziale. Accettando le proprie emozioni, spiegano gli esperti, si può pensare più chiaramente a come si potrebbe attenuare l'intensità dell'emozione iniziale, vedendo la situazione da una nuova prospettiva o chiedendo aiuto a qualcuno.

La ricerca che sostiene l'accettazione

Da decenni gli studiosi sono interessati a verificare le conseguenze dell'uso della mindfulness per vivere una vita emotivamente più equilibrata e sana. Esiste ormai una notevole mole di studi che indicano che quando si adotta una prospettiva più accettante, si tende a vivere un minore disagio emotivo.

Studi svolti a livello di meta-analisi hanno ha riassunto molte ricerche singole, trovando che l'accettazione era associata a significative riduzioni di ansia e depressione in molti partecipanti.

Recenti ricerche svolte utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno rilevato che i miglioramenti basati sull'accettazione nel sollievo dal disagio emotivo sono associati a cambiamenti nell'attivazione cerebrale, tra cui un aumento dell'attivazione nella rete fronto-parietale (regioni cerebrali associate alla regolazione dell'attenzione) e una diminuzione dell'attivazione nella "rete in modalità predefinita" (regioni cerebrali coinvolte nel pensiero auto-valutativo).

Sia nei resoconti delle persone sulla loro esperienza emotiva, sia nelle modalità della attività cerebrale, esistono conferme che l'accettazione ha effetti benefici sul benessere.

Misurare l'accettazione

Quando gli studiosi cercano di misurare quanto bene le persone stanno apportando alle loro emozioni attraverso l'accettazione, spesso chiedono loro di valutare il loro accordo (ad esempio, su una scala da 1 a 5) con diverse domande che analizzano le dinamiche e il rapporto con le emozioni negative o inappropriate che si provano.

Importante per chi lavora a livello educativo con i più giovani, è il dato che l'accettazione consapevole non è qualcosa con cui si nasce e che si possiede o meno. È qualcosa che può essere sviluppato con la pratica.

L'accettazione consapevole riguarda l'essere osservatori curiosi delle proprie emozioni, vedendole per quello che sono: eventi mentali passeggeri che non devono intrappolare in processi dannosi di auto-giudizio.

I giovani possono vivere un maggiore benessere emotivo essendo più compassionevoli con se stessi e imparando a frenarsi per prendere un respiro, quando sorgono in loro emozioni difficili. In questo modo si può limitare la generazione di quelle emozioni secondarie indesiderate che spesso amplificano le sensazioni spiacevoli e rendono difficile vedere soluzioni praticabili.

L'accettazione consapevole può alleviare la pressione interna e aiutare a vedere più chiaramente come affrontare situazioni ed emozioni difficili, una capacità tanto più preziosa se acquisita un po’ alla volta a partire da quel periodo di grandi turbolenze emotive che è l’adolescenza.


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