Dedicata allo schema di legge delega approvato il 29.08.14 [1]
Sarà pure normale
ma io non mi rassegno
che una giustizia un po' speciale
cambi per il disegno
di chi, del minore
non sa nemmeno l’odore.
Perché nel mondo strampalato
in cui stiamo campando
l’ambizione è decidere
con il telecomando.
Però fate attenzione:
il programma è saltato.
Come cercare al supermercato
il ct della nazionale,
o chiedere a qualsiasi dottore,
anche avvocato,
di progettare un ospedale.
Le nomine importanti
le decidono i santi,
chi in Paradiso ne ha tanti
è in leggero vantaggio.
Su, facciamoci coraggio.
Quando ti viene in mente
una legge sull'ambiente
lascia stare l’ecologista,
chiedi a chi non sa niente.
Poi prendi la rincorsa
e spacca il salvadanaio,
investi tutto in borsa
con il compare fornaio.
Sabato sera, tutti dal calzolaio,
si va a mangiare la pizza!
Che c’è, questo vi scandalizza?
Però non è diverso,
e non ci trovo un verso.
Ché quando la materia
riguarda l'infanzia
la cosa si fa seria
e inizia la danza.
Ministro o deputato,
meglio se genitore,
si è autoproclamato
esperto del minore.
Ci vuol poi competenza
su abuso o maltrattamento?
Ignobile è la scienza
di fronte al sentimento.
Mi dicono: “Ma dai, che non ne sanno niente
di giustizia minorile”.
A me sembra indecente.
E chiedono, agli avvocati degli adulti,
i maggiori consulti.
Se hai un amico notaio
gli affidi l’impianto di corrente?
Vai dal tuo macellaio
per cavarti un dente?
Per fare un intervento
sui minori, a cuore aperto
voglio l’équipe di un chirurgo,
non un demiurgo.
[1] Il 29.08.14 è stato approvato uno schema di legge delega che, se rimarrà intatto, riforma la giustizia minorile cancellando la competenza civile dei Tribunali per i Minorenni e affidandola a sezioni specializzate dei Tribunali Ordinari, senza esclusività delle competenze e senza quei componenti esperti in materia minorile che oggi sono i giudici onorari.
Disegni di Giulia Boari
Filastrocca del matrimonio combinato, Filastrocca del bambino abusato
Filastrocche della televisione
Filastrocca dell'occhio nero di mamma. Filastrocca del giudice bizzarro
Filastrocca della mamma bambina
Filastrocca dei bambini contesi
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.