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L’altruismo può migliorare il benessere degli adolescenti
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20 organizzazioni non si convenzioneranno più con il Comune di Milano.
Lo hanno deciso dopo l’ultimo “bando residenzialità minori” del Comune.
Ecco perché: la denuncia di CNCA Lombardia: “Le tariffe non permettono di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di minorenni e famiglie accolti. In questo modo si sottraggono 590 posti di accoglienza (in 147 strutture), ad un sistema già insufficiente”.
Milano, 24 maggio 2022. – “Fuga in massa dalle residenze per minori”. Non sono però i ragazzi a scappare: in questi giorni è invece un numero importante di organizzazioni del sociale – tra cui alcune importanti cooperative – che ha scelto di non rinnovare/sottoscrivere le convenzioni per gestire le residenze per minori e per genitori-figli. È infatti appena scaduto il termine per presentare una manifestazione di interesse al “bando residenzialità minori” del Comune di Milano e molte realtà interne ed esterne al CNCA che gestiscono Unità d’Offerta genitori-figli, Lombardia, sul territorio di Milano Città Metropolitana e province limitrofe, hanno dichiarato forfait.
Ma perché succede questo proprio in un campo, quello di minori e famiglie, in cui i bisogni sono urgenti e indifferibili?
La risposta è nei numeri: le tariffe proposte infatti non permettono di sostenere gli standard previsti dalle normative di Regione Lombardia per la gestione di tali strutture e, quindi, di rispondere in maniera adeguata ai bisogni materiali e di crescita dei minorenni e delle famiglie accolte, che hanno bisogno di un percorso educativo e di creazione di autonomia, molto più che di mere prestazioni assistenziali.
“Si tratta di tariffe inferiori di almeno il 20% rispetto a quelle degli altri Comuni della Città Metropolitana e delle altre provincie lombarde – denuncia per bocca del presidente Paolo Cattaneo, il CNCA Lombardia, membro del Forum del Terzo Settore di Milano-. In alcuni casi sono addirittura ribassate rispetto a quelle proposte nel bando del 2018, esponendo in questo modo i dipendenti ad una sempre crescente precarietà e a una fuga dalla professione”.
Il Comune di Milano è chiamato a dare una risposta. “In una stagione in cui sta via via emergendo la necessità di dare dignità alle professioni sociali e socio sanitarie ed è sempre più difficile trovare educatori, infermieri, medici disposti a lavorare nelle nostre strutture, e in cui il costo della vita parametrato agli stipendi di tali professioni risulta insostenibile generando la fuga dal sociale di decine di colleghi, il colpo di grazia viene dal Comune di Milano che continua a proporre convenzionamenti a tariffe insostenibili”.
“Pur riconoscendo lo sforzo fatto nell’ultimo anno dal Comune, che ha consentito di rivedere – anche sensibilmente- le tariffe di alcune unità di offerta, prosegue Cattaneo, oggi si corre il rischio che l’esito immediato di questo nuovo accreditamento sia il mancato convenzionamento di circa 20 storiche realtà, sottraendo così di fatto più di 590 posti di accoglienza, in 147 strutture, ad un sistema già insufficiente. L’esito a lungo termine è che tutto ciò ricadrà sulla qualità del lavoro rivolto a famiglie e minorenni in situazione di vulnerabilità e tutela, proprio quelli che avrebbero più bisogno di cura, attenzione, protezione e professionalità per realizzare il proprio progetto di vita”.
È possibile aprire un dialogo? Così conclude Cattaneo: “Da anni proviamo ad orientare il Comune di Milano verso un approccio diverso al tema. È secondo noi necessario uscire dal recinto delle politiche sociali ed abbracciare un panorama più ampio: quello delle politiche di una Milano capace di fare diventare l’attenzione ai più fragili il motore della propria crescita e del proprio sviluppo. Crediamo nella disponibilità del Sindaco – come rappresentante di tutta la città – ad andare in questa direzione e attendiamo un suo riscontro”.
Lista organizzazioni firmatarie: Fondazione Archè, Cooperativa Arimo, Asilo Mariuccia, Casa dell’Accoglienza, Ceas, Centro Accoglienza Ambrosiano Sarepta, Centro Mamma Rita, Cooperativa Comin, Consorzio Solidarietà e Futuro (Centro Ambrosiano di Aiuto alla Vita e Pio istituto di Maternità), Cooperativa Diapason, Cooperativa Farsi Prossimo, Cooperativa il Portico, Cooperativa La Grande Casa.
CDO, Federsolidarietà, LegaCoop Sociali, Uneba, CNCA Lombardia, membri del direttivo del Forum Terzo Settore di Milano
Per interviste, dati, materiali:
Altreconomia, 329 1376380
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Giustizia minorile, un sistema da salvare
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Il ruolo dei modelli nell’adolescenza
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La rete #5BuoneRagioni chiede alla ministra della Giustizia Cartabia
e a tutte le forze politiche di bloccare una revisione processuale e ordinamentale
che produrrebbe un sistema assai meno capace
di valutare le difficili e complesse situazioni
di bambini, adolescenti e famiglie
Roma, 13 maggio 2022
La rete #5BuoneRagioni per accogliere i bambini che vanno protetti – composta da Associazione Agevolando, Coordinamento Italiano Servizi contro il Maltrattamento all’Infanzia (CISMAI), Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (CNCM), Progetto Famiglia onlus e SOS Villaggi dei Bambini –, con l’adesione dell’Associazione Nazionale Famiglie Adottive Affidatarie (ANFAA), chiede ancora una volta alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e a tutte le forze politiche di intervenire rapidamente per evitare di portare a compimento una riforma della giustizia minorile, prevista all’interno della più complessiva riforma del processo civile, che stravolgerebbe i principi alla base dell’ordinamento e del processo che riguardano i minorenni, mettendo seriamente a rischio i diritti di bambini e adolescenti e delle loro famiglie.
In particolare, la rete #5BuoneRagioni, al pari di altri autorevoli istituzioni che esercitano funzioni e responsabilità nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza come l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia (A.I.M.M.F.), sottolinea il fatto che la riforma prevista nella legge delega – con l’introduzione di un “Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie” – minerebbe alla radice due principi cardine dell’ordinamento attuale: la collegialità di ogni decisione e la multidisciplinarietà dell’organo giudicante.
La specificità e complessità delle situazioni che riguardano i minorenni e le loro famiglie richiedono, infatti, che tutti i provvedimenti di valutazione della responsabilità genitoriale, le limitazioni o le decadenze dalla responsabilità genitoriale, gli allontanamenti, la decisione in merito all’affidamento familiare o all’accoglienza in comunità residenziale debbano essere assunti tramite un organismo collegiale e interdisciplinare, in cui siano presenti esperti non solo del diritto ma anche delle scienze umane, assicurando così tutte le competenze e le sensibilità necessarie per valutare tali situazioni, che non riguardano solo reati, ma condizioni di vita personali e familiari, e per pensare un futuro possibile nel superiore interesse del minorenne e della sua famiglia. Un compito che non si esaurisce con la pratica e la garanzia del contraddittorio, e quindi decisamente arduo per un giudice monocratico, come prevede la riforma approvata il 26 novembre scorso di cui sono ora in fase di definizione i decreti attuativi.
La rete #5BuoneRagioni ricorda che lo scorso 5 aprile 2022 il Parlamento europeo ha licenziato una risoluzione intitolata “Tutela dei diritti dei minorenni nei procedimenti di diritto civile, amministrativo e di famiglia”, in cui raccomanda agli Stati membri di adottare “un approccio multidisciplinare, di istituire servizi di sostegno all’infanzia facilmente accessibili anche all’interno dei tribunali tramite professionisti qualificati come medici, psicologi, neuropsichiatri infantili, assistenti sociali, per sostenere il minorenne in tutte le fasi del procedimento, attribuendo il compito indispensabile dell’ascolto del minorenne al giudice o ad esperti qualificati, in modo da limitare al massimo l’impatto psicologico ed emotivo di tale audizione”. Anche a livello europeo, quindi, viene raccomandato il rispetto dei principi che sono alla base del sistema in vigore nel nostro paese e che, invece, la riforma rischia di vanificare se in sede di definizione dei decreti attuativi non verrà posto rimedio, come peraltro annunciato dalla stessa ministra Cartabia e sostenuto da ordini del giorno parlamentari.
Per tutte queste ragioni la rete #5BuoneRagioni chiede che i principi fondamentali dell’attuale ordinamento, che hanno fatto del nostro paese un esempio in Europa, siano garantiti e reintrodotti nel testo dei decreti attuativi affinché non vengano sacrificati per una presunta razionalizzazione che non porterebbe efficienza, quanto piuttosto un sistema assai meno capace di garantire il rispetto dei diritti fondamentali di minorenni e famiglie.
Infine, #5BuoneRagioni rinnova la richiesta – già precedentemente avanzata – di garantire la partecipazione dei coordinamenti nazionali maggiormente rappresentativi nell'ambito della tutela minorile ai lavori dei tavoli istituiti presso il ministero della Giustizia per la definizione dei suddetti decreti attuativi.
Info
Mariano Bottaccio - Responsabile Ufficio stampa e Comunicazione Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
cell. 329 2928070 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Ius scholae, basta rinvii
Non sono tollerabili giochi tra partiti
su una questione che riguarda i diritti e la dignità
di centinaia di migliaia di ragazzi già di fatto italiani
Roma, 6 maggio 2022
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la propria forte contrarietà alla cancellazione del provvedimento che riconosce lo ius scholae dal calendario dei lavori di maggio della Camera dei deputati. Questo inspiegabile rinvio, passato quasi sotto silenzio, colpisce centinaia di migliaia di ragazzi che sono italiani di fatto, ma non di diritto.
Non è tollerabile che il diritto alla cittadinanza per questi giovani continui a non essere una priorità nell’agenda politica, e finisca per essere sacrificato in funzione di meri giochi di partito.
Esortiamo, perciò, tutte le forze politiche – a cominciare da quelle che si sono espresse pubblicamente in favore del provvedimento – a non tergiversare oltre, e a procedere rapidamente con l’esame e l’approvazione di un testo di legge che significherebbe un’importante, per quanto ancora insufficiente, conquista di civiltà in favore del riconoscimento dei diritti delle persone nate e/o cresciute nel nostro paese.
Info
Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa e Comunicazione
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
tel. 06 44230395/44230403 – cell. 329 2928070 - email:
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Adolescenti insicuri e depressi L’«eredità» lasciata dal Covid
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