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Famiglie, tra bonus e detrazioni gli aiuti previsti dalla legge per quest’anno
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/02/10/famiglie-tra-bonus-e-detrazioni-gli-aiuti-previsti-dalla-legge-per-questanno/4145945/
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Il buio oltre l’affido? Ecco chi aiuta i neomaggiorenni
http://www.corriere.it/buone-notizie/18_gennaio_31/buio-oltre-l-affido-ecco-chi-aiuta-neomaggiorenni-511f8678-06aa-11e8-8b64-d2626c604009.shtml
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Le baby gang: ragazzi "orfani" di educazione
https://www.panorama.it/news/cronaca/le-baby-gang-ragazzi-orfani-di-educazione/
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Il Giorno della Memoria venne istituito in Italia per ricordare non solo le vittime ma anche tutti coloro che sono andati in soccorso degli ebrei rischiando la vita propria e dei propri familiari, quelli che sono anche noti come i "Giusti". L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna desidera ricordare anche il bene delle loro azioni e spiegare le ragioni psicologiche profonde che ne hanno motivato la condotta. Commemorarli significa testimoniare il bene che riesce a emergere dalla tragedia umana, cosa che permette di non venire atterriti dalla memoria del male assoluto. In questo senso l’istituzione di una celebrazione ad hoc per il 6 marzo di ogni anno, la Giornata europea dei Giusti, è un importante riconoscimento; tale giornata estende il concetto a tutti coloro che hanno mostrato la capacità di opporsi ai crimini contro la persona anche in altre circostanze drammatiche come genocidi e totalitarismi.
Studi nell'ambito della psicologia e della sociologia, come quelli effettuati dal sociologo Samuel Oliner e dagli psicologi Daniel Batson e Steven Baum, hanno analizzato dal punto di vista psicologico le motivazioni che indussero i Giusti a rischiare tutto per cercare di salvare la vita di persone sconosciute. Più in generale, le loro ricerche erano incentrate sulle cause che possono spingere le persone alla generosità e all’altruismo. Si è cercato di arrivare a un "comune denominatore" tra caratteristiche personali e psicologiche che avevano caratterizzato le loro azioni, per comprendere se tali qualità umane potessero essere promosse nelle persone, per promuovere un effettivo avanzamento sociale.
La capacità di affrontare un'autorità perversa, secondo Baum, si ottiene dall’essere “emozionalmente sviluppati”, dall’aver raggiunto una maturità psicologica che permetta la formazione di una identità personale equilibrata, in grado di contrapporsi all’identità sociale prevalente. Di particolare importanza per raggiungere il traguardo, l'avere un’esperienza relazionale con persone appartenenti a diverse etnie, estrazioni sociali e culture. Più ci si basa su opinioni e categorizzazioni precostituite, trasmesse in modo acritico, e non sulla conoscenza diretta, maggiore è il rischio di annullare l’umanità della persona, affermando la propria identità a scapito dell’altro.
Come elemento fondamentale di un atteggiamento altruistico è stata individuata la relazione affettivo-educativa sperimentata nell’infanzia. Una relazione educativa familiare equilibrata, che sostenga l’importanza del rispetto di se stessi e dell’altro, unita a una formazione scolastica che facilita un'esperienza partecipativa, può far crescere nelle persone il senso critico. Le può abituare ad analizzare la realtà autonomamente, senza farsi condizionare dal pensiero dominante dell’autorità costituita.
La presenza nella formazione dell’individuo di elementi di apertura e antirazzisti permette che i sentimenti di empatia, solidarietà e giustizia vengano naturalmente introiettati, tanto è vero che la maggior parte dei Giusti motivava le azioni compiute semplicemente come ciò che andava fatto in quel particolare frangente, non come atti eroici. La capacità di prendersi cura, infatti, di mettersi al posto dell’altro, non è un semplice atto di altruismo, perché salvaguarda l’integrità e la coerenza della propria percezione di sé come persona. Viene rifiutato così il processo psicologico di disumanizzazione di cui è vittima, anche in parte inconsapevolmente, il persecutore.
Mettere al centro del Giorno della Memoria e dell’azione formativa ed educativa i principi su cui si è basata l’azione dei Giusti comunica la volontà di dare un significato umano e psicologico alle parole "responsabilità", "dignità", "apertura" e "libertà". Il ricordo del passato anche nella sua tragicità trova così il suo compimento e il suo scopo nel futuro.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
a cura di Rizoma | Studio Giornalistico Associato | tel. 0510073867
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«Questi adolescenti non sanno gestire le emozioni»
http://www.larena.it/territori/citt%C3%A0/questi-adolescenti-non-sanno-gestire-le-emozioni-1.6227660?refresh_ce
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Ragazze selvagge. Identikit delle adolescenti
http://27esimaora.corriere.it/18_gennaio_04/ragazze-selvagge-identikit-adolescenti-893a05ce-f15b-11e7-b33d-56f05ccceb4d.shtml
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Ci uniamo ai numerosi appelli per chiedere con fermezza il RINVIO DELLO SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE e chiediamo al Presidente Grasso di procedere a NUOVA CONVOCAZIONE del SENATO PER GIUNGERE ALL’APPROVAZIONE DELLA LEGGE SULLO IUS SOLI, quale dovuto atto di civiltà nel rispetto dei diritti dei minorenni e nel loro superiore interesse.
Ci appelliamo soprattutto al Capo dello Stato, quale garante dell’unità nazionale, affinché ascolti la voce di molti cittadini italiani che ritengono vergognosa, antistorica e demagogica la negazione del diritto alla cittadinanza italiana per i bambini che già sono parte reale e irrinunciabile della storia personale collettiva della Nazione.
La invitiamo, unitamente ai Presidenti di Camera e Senato, ad assumere con determinazione la decisione di rinviare lo scioglimento delle Camere e chiediamo al Presidente del Senato Grasso di procedere alla riconvocazione del Senato con all’ordine del giorno l’approvazione dello Ius soli.
Sarà, in ogni caso, segno di una scelta culturale e politica che restituisce dignità a un sistema democratico capace di tener conto e di rispettare quella parte del Paese che non vuole rinunciare alla libertà di pensare alla cittadinanza senza barriere, intenzionato a gettare sempre ponti e mai interessato a costruire muri, capace di dialogare e discernere piuttosto che strumentalizzare fatti, eventi e persone.
ROMA, 28 DICEMBRE 2017
Agevolando | Aimmf | Arciragazzi | Camera minorile Milano | Cismai | Cnca |Garante per l’infanzia e l’adolescenza Comune di Palermo | Progetto Famiglia | Scs-Cnos Salesiani per il sociale
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CNCA Lombardia plaude l'approvazione della L. 2443: regolamentata una figura professionale ricoperta da oltre 200mila persone in Italia.
Milano, 20 dicembre 2017 - Il CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza plaude all'approvazione definitiva della Legge 2443, che disciplina le professioni di educatore e pedagogista.
"Cnca Lombardia esprime soddisfazione per l'approvazione del ddl 2443, che riconosce dopo tanti anni la professionalità di oltre 200.000 lavoratori. Siamo grati all'on. Vanna Iori, che ha perseguito questo obiettivo con grande determinazione, e a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato.
Ci aspettiamo che in sede di decreti attuativi vengano posti alla Legge i correttivi proposti da CNCA in relazione alle modalità di 'regolarizzazione' di educatori e pedagogisti che lavorano da anni con grande professionalità" spiega Paolo Tartaglione, referente Infazia, Adolescenza e Famiglie - CNCA Lombardia
CNCA torna a segnalare alcune criticità, che si spera vengano prese in considerazione in sede di Decreti Attuativi.
1 – Il Testo prevede (art.13) che chi ha tra i 3 e i 20 anni di esperienza anche non continuativa (oppure 10 anni nel caso di chi ha raggiunto i 50 anni) possa acquisire la qualifica professionale di educatore professionale socio-pedagogico frequentando un corso universitario di un anno (pari a 60 cfu). CNCA sottolinea il fatto che la Legge assegna all'Università il compito di fornire a educatori di esperienza una formazione “on the job” che attualmente – secondo la nostra esperienza – altri Soggetti propongono in maniera molto più efficace. Così migliaia di educatori di esperienza dovranno investire tantissimo tempo e soldi per ricevere una proposta formativa che avrà l'effetto di “sanare” la forma della propria posizione, ma che non innalzerà il livello di competenza e specializzazione di questi professionisti; cosa che sarebbe invece garantita - con grande vantaggio per gli utenti dei nostri Servizi - se fosse possibile ottenere la qualifica frequentando corsi di eccellente livello che sono attualmente disponibili sul mercato.
2 – Sempre l'art.13 del Testo prevede che chi ha “50 anni di età e almeno 10 anni di esperienza” oppure “meno di 50 anni di età e almeno 20 anni di esperienza” otterrà in automatico la qualifica professionale di educatore professionale socio-pedagogico: perché inserire un criterio di pura età anagrafica? Perché chi ha 50 anni deve avere 10 anni di esperienza invece dei 20 richiesti a chi è più giovane?
3 - La legge assegna la qualifica di pedagogista in base solo a criteri di conoscenze universitarie: si potrà definirsi pedagogista solo sulla scorta del possesso di lauree magistrali ben definite. Diversamente dagli educatori, però, per i pedagogisti non è prevista la possibilità di “sanare” la propria posizione professionale. Questa scelta ci colpisce molto perché la figura professionale di “pedagogista” è definita nel Testo di Legge attraverso azioni (progettazione, coordinamento, valutazione, supervisione, consulenza,..) che vengono oggi svolte da operatori di esperienza, che sono a tutti gli effetti degli “esperti di processi educativi”, e che con questa Legge non potranno più definirsi pedagogisti.
Colpisce ancora di più il fatto che invece, secondo la Legge, potranno definirsi tali: “professori universitari ordinari, straordinari, associati, fuori ruolo e in quiescenza, dottori di ricerca e ricercatori (anche laureati in materie diverse da quelle pedagogiche, ma che abbiano insegnato per 3 anni, anche non consecutivi, discipline pedagogiche)”.
Proprio nel momento in cui la professione di pedagogista viene finalmente definita attraverso la descrizione di ciò che fa (Art.9, comma 2, lettere a-i), viene tolta la definizione di “Pedagogista” a chi - vero esperto di processi educativi - ha potuto utilizzarla sinora.
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Roma, 19 dicembre 2017
La Conferenza Unificata Stato-regioni ha approvato lo scorso 14 dicembre le nuove “Linee di indirizzo” per l’accoglienza nei servizi residenziali per minori.
Il Documento è il prodotto di un lavoro collegiale realizzato da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del Ministero della Giustizia – Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’Associazione nazionale Comuni italiani, dell’Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, da esperti indicati dal Ministero.
Al Documento hanno contribuito anche i coordinamenti nazionali delle associazioni che hanno dato vita al comitato “#5buoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti”: Agevolando, Coordinamento italiano servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai), Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), Coordinamento nazionale comunità per minori (Cncm), Progetto Famiglia, SOS Villaggi dei Bambini Italia insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII.
Le linee d’indirizzo riguardano l’accoglienza dei circa 26.000 minorenni in affido o collocati in comunità in Italia (dati al 31-12-2014), distinguendo tra i “minorenni fuori famiglia d’origine a scopo di tutela” e “minorenni accolti in comunità in quanto minorenne migrante solo” considerando questi ultimi accolti per motivazioni di protezione ma non perché allontanati dalla famiglia d’origine con una misura disposta dal Tribunale per i Minorenni.
Il documento pone attenzione in particolare agli aspetti del rispetto dei diritti, della risposta ai bisogni, delle relazioni significative, della progettualità di sostegno inclusivo alla crescita e alla progressiva acquisizione di autonomia.
“Il gruppo #5buoneragioni esprime soddisfazione per questo importante risultato ma anche l’augurio che le linee di indirizzo vengano presto promosse, diffuse, sostenute a livello nazionale e regionale quale importante obiettivo di superamento delle attuali differenze tra le diverse regioni in virtù del principio di non discriminazione e di rispetto del diritto alla qualità dell’accoglienza per tutti i bambini e ragazzi presenti a qualunque titolo sul territorio nazionale”, commentano i promotori.
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Ufficio stampa:
Silvia Sanchini – Associazione Agevolando
Mariano Bottaccio – Cnca
Francesca Landi – SOS Villaggi dei Bambini Italia