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Vite sospese. La violenza contro la migrazione minorile
https://left.it/2018/06/29/vite-sospese-la-violenza-contro-la-migrazione-minorile/
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Povertà educativa: in Italia numeri allarmanti
https://you-ng.it/2018/06/21/poverta-educativa-in-italia-numeri-allarmanti/
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Save the Children: sono 18.300 i minori non accompagnati
http://www.vita.it/it/article/2018/06/14/save-the-children-sono-18300-i-minori-non-accompagnati/147220/
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Contro il cyberbullismo la parola d’ordine è responsabilizzare
https://www.bigodino.it/lifestyle/contro-il-cyberbullismo-la-parola-dordine-e-responsabilizzare.html
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Pochi giorni fa, sono stati presentati i risultati dell’Indice regionale sul maltrattamento dell’infanzia in Italia. E la Regione Piemonte ne è uscita sommariamente bene, attestandosi tra i primi dieci nella classifica per capacità di prevenzione e contrasto del fenomeno.
Nonostante i risultati parzialmente positivi, Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) non perde occasione di lanciare un appello alla politica regionale, a quella locale e agli amministratori impegnati nei vari enti gestori delle funzioni socio-assistenziali ma anche ai genitori, agli insegnanti, alle realtà associative regionali.
“Lo studio, – afferma Rosina – validato da un Comitato Scientifico composto anche da Gianmario Gazzi (Presidente Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali) e Donata Bianchi (Istituto degli Innocenti), ci conferma quanto si possa fare meglio e in modo più efficace. Ben otto Regioni dimostrano di fornire risposte migliori, rispetto alla media, e di riuscire a garantire una vita più tranquilla e felice ai bambini”.
L’indice aggregato è il risultante di 65 indicatori statistici selezionati, in grado di offrire un panorama completo di elementi di contesto e altri relativi alle politiche e ai servizi. Ne sono emerse situazioni regionali che presentano condizioni migliori/ peggiori rispetto alla vulnerabilità al maltrattamento dei bambini/e e la capacità/sensibilità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare questa problematica attraverso le politiche e i servizi.
“Il Piemonte - aggiunge Rosina - si attesta tra le Regioni incluse nel gruppo dei virtuosi, ma al confine con quello successivo definibile degli “stabili”. Alcuni indicatori ci dicono che talune aree sarebbero da monitorare più di altre. Ad esempio, risultiamo 19° - in penultima posizione - nella capacità di vivere una vita sicura. Qui ci si riferisce ai servizi esistenti per i potenziali maltrattanti e per le donne vittime di violenza. Il Piemonte, inoltre, è 20° sia per il tasso di dimissioni per disturbi psichici che per numero dei pediatri, mentre è 10° per numerosità dei consultori.”
“Come ricordato dal CESVI, che riporta puntualmente lo studio 2013 “Tagliare sui Bambini è davvero un risparmio?”, il costo dei maltrattamenti sui bambini/e si stima a circa 13,056 miliardi di euro annui, ossia lo 0,84% del PIL. I costi diretti ammontano a 338,6 milioni di euro, mentre i costi indiretti a 12,7 miliardi di euro. I nuovi casi di maltrattamento costano all’Italia ben 910 milioni di euro all’anno. Fare prevenzione è l’unica via certa, quindi, per ridurre il costo pubblico e soprattutto per far sì che i bambini (i futuri adulti) non debbano sopportare sulla propria pelle le gravissime conseguenze personali, relazionali e sociali del maltrattamento”.
“Ci sentiamo alleati dei genitori, - conclude Rosina - degli insegnanti, delle associazioni nella loro e nostra battaglia per la salvaguardia del benessere e la tutela dei diritti dei più piccoli! Lo studio evidenzia che "ulteriori fattori di rischio riguardano la capacità di vivere la propria vita in un contesto sociale sicuro. Uno scarso capitale sociale e l’isolamento sociale dei genitori sono variabili particolarmente significative in questo senso". Riteniamo anche per questo indifferibile un lavoro con le realtà associative, i cittadini e i professionisti impegnati a contrastare il maltrattamento verso i minori in un'ottica preventiva, di riduzione dei fattori di rischio, di miglioramento delle relazioni interpersonali, della capacità di accompagnare persone in difficoltà ai servizi."
Carmela Francesca Longobardi - Consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa Torino
cel: 333.4896751
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E se il bullo è una bulla? Cosa fare in caso di bullismo al femminile: un vademecum per i genitori
https://www.nostrofiglio.it/bambino/bambino-1-3-anni/psicologia/e-se-il-bullo-e-una-bulla-cosa-fare-in-caso-di-bullismo-al-femminile-un-vademecum-per-i-genitori
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L’influenza delle emozioni nell’apprendimento in età evolutiva
http://www.stateofmind.it/2018/05/competenza-emotiva-apprendimento/
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La Fondazione Cariplo e il Banco dell'energia Onlus hanno lanciato il Bando Doniamo Energia2 per contribuire ad alleviare e contrastare la povertà e la vulnerabilità sociale, tramite interventi in grado di intercettare precocemente le persone e le famiglie fragili e favorire la loro riattivazione attraverso misure personalizzate.
Il bando intende sostenere progetti promossi da organizzazioni non profit che garantiscano ai beneficiari individuati un percorso completo di supporto e accompagnamento: oltre a sostegni diretti per "tamponare" le situazioni più critiche e coprire i bisogni materiali urgenti, i progetti dovranno prevedere l'elaborazione di percorsi personalizzati di promozione e riattivazione, dal punto di vista sociale e lavorativo.
La scadenza per la presentazione di un pre-progetto dell'intervento è fissata per 31 maggio 2018 - ore 17:00
Maggiori informazioni: http://www.fondazionecariplo.it/static/upload/ban/0000/bando-doniamo-energia-2_2018-bis.pdf
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- Categoria: Comunicati
In occasione della “Giornata internazionale per i bambini innocenti vittime di aggressioni”, celebrata il 4 giugno di ogni anno, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna pone l’attenzione su una forma di maltrattamento molto grave ma spesso sottovalutata, quella subita dai giovani testimoni delle violenze domestiche. La violenza intrafamiliare travolge inevitabilmente i figli, anche quando questi non sono direttamente oggetto della violenza.
L'esperienza del maltrattamento, fisico o psicologico, subito da altri - spesso la madre, ma non solo -, ha conseguenze notevoli. Anche quando bambini e adolescenti non assistono direttamente alla violenza, ne percepiscono gli effetti: vengono investiti dai pensieri e dalle emozioni della vittima e dell’aggressore, che sono le figure di riferimento affettivo ed educativo primario.
In alcuni casi, nemmeno la separazione dei genitori è sufficiente per eliminare il problema: capita che i figli vengano strumentalizzati nei conflitti. Si va dalle situazioni - purtroppo comuni - in cui un genitore tenta di trasmettere l'odio per l'ex-compagno o ex-compagna anche ai ragazzi, a quelle più estreme che possono degenerare in omicidi, con l'enorme trauma che ne consegue.
"Anche nelle situazioni meno estreme, la violenza assistita è a tutti gli effetti una forma di maltrattamento psicologico e comporta conseguenze a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale con stati di profonda sofferenza psicologica che si possono protrarre anche nella vita adulta. L’aspetto più pericoloso è che da essa i bambini imparano la normalità della violenza: l’affetto può essere associato alla sopraffazione, all’offesa, all’aggressione, apprendendo la legittimità della violenza", commenta Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
La violenza domestica interferisce sulla relazione genitori-figli, snaturando la genitorialità e le capacità educative-relazionali sia della madre che del padre, con gravi ricadute sui bambini e ragazzi. Nei rapporti familiari alterati viene compromessa la “base sicura” che dovrebbe essere garantita da una adeguata genitorialità, e il figlio rischia di vivere in uno stato di costante angoscia e profondo malessere.
La convivenza per tempi medi o lunghi con situazioni di maltrattamento psicologico o fisico può provocare nelle vittime - dirette e indirette - una condizione di destrutturazione psicologica e di grande sofferenza in cui i confini tra giusto e sbagliato, legittimo e illegittimo, diventano labili, con alterazione della capacità di pensiero e di scelta autonoma.
Lo stato emotivo dei ragazzi che assistono alle violenze può essere connotato da ansia, fobie e problemi psicofisici vari tipici del disturbo post-traumatico da stress. Occorre monitorarne i segnali di disagio (tra cui, ad esempio, disturbi del sonno, irritabilità e cefalee) per verificarne tempestivamente l’origine e tutelare i minori, anche con interventi mirati di tipo psicoterapeutico.
Purtroppo nelle situazioni di violenza psicologica intrafamiliare può essere molto difficile per il genitore vittima riconoscere i danni causati anche ai figli, in particolare se tale violenza è negata, non riconosciuta o sottovalutata da chi la subisce, come spesso accade quando si stabilisce come modalità relazionale prevalente all’interno della coppia o della famiglia.
È quindi fondamentale che i professionisti che entrano in contatto con bambini e adolescenti - come pediatri, insegnanti ed educatori - sappiano “captare” i segnali di disagio e i comportamenti inusuali che possono essere spia di un malessere, inviandoli a psicologi e psicoterapeuti competenti nell’età dello sviluppo per una valutazione approfondita. Anche gli altri adulti di riferimento non devono sottovalutare i rischi che la violenza assistita può causare nei ragazzi, cercando di intervenire precocemente, eventualmente chiedendo un supporto specialistico.
Per queste ragioni è di primaria importanza che gli operatori del settore siano specificamente formati per intercettare e riconoscere tali situazioni anche quando la richiesta di aiuto è mascherata da altre motivazioni o perviene su segnalazione di terzi.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
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«Cari genitori, siete voi che non siete capaci di spegnere lo smartphone»
https://www.corriere.it/scuola/secondaria/18_maggio_14/cari-mamma-papa-siete-voi-che-dovete-spegnere-smartphone-b9e3154e-578b-11e8-bd9c-ca360360a9e7.shtml