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Bullismo, il rischio di minimizzare la violenza dicendo ‘è stata una goliardata’
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/02/bullismo-il-rischio-di-minimizzare-la-violenza-dicendo-e-stata-una-goliardata/4584790/
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Al primo trimestre 2018, le persone inattive che ritengono di non riuscire a trovare lavoro e quindi non lo cercano - gli scoraggiati - in Italia sono 1.489.000 (dati Istat, prospetto 6 https://www.istat.it/it/files//2018/06/Mercato_del_lavoro_I_trim_2018.pdf). Come il lavoro è una parte essenziale dell'identità e del ruolo sociale, così, in modo complementare, la disoccupazione agisce profondamente sulla vita delle persone, colpendone non solo la dimensione professionale ma anche quella psicologica ed esistenziale. Dalla disoccupazione si rischia di scivolare in una condizione di scoraggiamento, in una spirale negativa che porta alla perdita di speranza e motivazione che rende ancora più difficile il rientro nel mondo del lavoro. L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna vuole suonare un campanello di allarme perché, con la consapevolezza e gli interventi mirati, si spezzi il circolo vizioso.
Anche se la presente riflessione è centrata sui vissuti e i processi psicologici degli scoraggiati, è evidente che la soluzione alla disoccupazione resta un problema politico-economico. Bisogna, però, sottolineare il valore del lavoro per gli equilibri psicologici: nel lavoro la persona esprime se stessa, afferma la propria identità e appartenenza sociale, costruisce legami importanti per la propria realizzazione, oltre all'indispensabile reddito per fare progetti per il futuro. La relazione tra lavoro e dignità è da considerarsi così importante per la stabilità della persona che la disoccupazione può produrre una ferita psicologica profonda. Il disoccupato non è solo colui che non ha un reddito sicuro, ma più in generale una persona che può sentire di non avere una collocazione nella società o di possedere una identità manchevole.
Sono molti gli effetti psicologici che caratterizzano coloro che vivono questa drammatica condizione. Sentimenti di frustrazione, senso di colpa e inutilità possono combinarsi con vissuti di vergogna e rassegnazione, determinando sintomi depressivi di varia intensità fino ad arrivare a una depressione vera e propria.
"Questa esperienza di deprivazione, se prolungata, può provocare la perdita dell’autostima, l’aumento del senso di inferiorità e di impotenza, minando non solo la fiducia in se stessi, ma anche negli altri, nella società e nel futuro, con possibile mancanza di motivazione. Situazione psicologica che può rendere più passivi gli individui e ancora più problematico il loro inserimento nel mondo del lavoro." Commenta Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
Tale situazione esistenziale può portare alla paralisi; la paura di subire un ulteriore fallimento può essere altamente invalidante perché porta a indietreggiare di fronte alla sfida di trovare una nuova collocazione lavorativa. La persona disoccupata può diventare così inattiva, smettere di cercare un lavoro, passando da una condizione di ricerca attiva a una condizione di scoraggiamento.
L'evoluzione della situazione lavorativa di queste persone dipende dal superamento della crisi - anche con interventi di sostegno psicologico - e da circostanze contingenti e ambientali, come la ripresa economica, evidentemente necessaria. Un supporto mirato, che si faccia carico della situazione di sofferenza della persona nella sua complessità, può favorire l’utilizzo di risorse personali per fronteggiare l’evento negativo - la disoccupazione - promuovendone la resilienza.
È necessario fornire innanzitutto uno spazio psicologico e relazionale di ascolto in cui si possa scoprire di non essere soli a sperimentare un certo malessere, aiutando a superare gli stereotipi legati all’essere disoccupato. È inoltre fondamentale attivare la proattività, favorire il recupero delle risorse personali e un livello di motivazione sufficiente a ripartire per la ricerca o la creazione di un nuovo spazio lavorativo.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna
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31 luglio 2018, Torino. Ieri la primatista italiana Under 23 di lancio del disco, Daisy Osakue, è stata presa di mira da alcuni giovani che le hanno lanciato un uovo mentre sfrecciavano, presumibilmente con una Doblò, lungo corso Roma. Si tratta dell’11° episodio a danno di persone di colore in meno di due mesi. Quanto sta accadendo non poteva far rimanere indifferenti gli assistenti sociali, i professionisti dell’aiuto che quotidianamente sono chiamati a promuovere una cultura della solidarietà e a porre all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica situazioni di disagio, di iniquità e di inuguaglianza.
«Il clima di intolleranza e violenza cui assistiamo in questo periodo - afferma Barbara Rosina (Presidente dell’Ordine Assistenti sociali del Piemonte) - deve far riflettere, ma al più presto far reagire le coscienze per arginare tali gesti che non possono essere liquidati come “bravate”».
Rosina aggiunge: «Undici casi di violenza fisica in poche settimane evidenziano un clima di intolleranza e di “rabbia sociale” che non può passare sotto silenzio. Istituzioni, mondo politico, cittadini e operatori sociali devono cooperare per assicurare un clima di vicinanza, rispetto e abbattimento della paura del “diverso”. Ancora più dopo i fatti di questi giorni è necessario richiamare le basi di democrazia e libertà che sono le fondamenta del nostro paese contro ogni forma di razzismo e discriminazione».
«La “banda delle uova” che ha già colpito donne e pensionati dà prova di quanto le relazioni sociali siano sempre più sfaldate e precarie. Ancora una volta e con carattere di urgenza, si palesa la necessità di operare per costruire una società più coesa e accogliente, in grado di proteggere i suoi componenti. Occorre che l’impegno sia un impegno collettivo, ciascuno per il ruolo che occupa in questa società».
«Apprezziamo le prese di posizione pubbliche degli amministratori, come ad esempio quelle di Paolo Montagna (Sindaco di Moncalieri) e Chiara Appendino (Sindaco della Città di Torino), e le manifestazioni di vicinanza di gruppi di cittadini che rappresentano un’Italia più giusta e coerente con i principi costituzionali fondanti la Repubblica italiana. Incoraggiamo a fare altrettanto gli assistenti sociali, le istituzioni e tutti i cittadini. L’Ordine degli Assistenti Sociali non verrà meno ad un’azione, continuativa e costante, indirizzata al contrasto delle discriminazione e alla tutela dei diritti”.
Rosina conclude lanciando un appello: «L’Ordine, a fianco dei cittadini e delle istituzioni, aderirà all’iniziative di cui verrà a conoscenza ed invita la cittadinanza ad uscire allo scoperto, per prendere le distanze dall’insostenibile clima di tensione che sta caratterizzando questa calda estate».
Carmela Francesca Longobardi - Consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa Torino
cel: 333.4896751
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Cosa dice la pelle degli adolescenti adottati
http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/07/19/news/cosa-dice-la-pelle-degli-adolescenti-adottati-1.325077
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Non è facile essere genitori: sono tanti i modi di esserlo e non ce ne sono di perfetti. Si tratta di un'esperienza che arricchisce l'esistenza ma che mette di fronte a sfide quotidiane, alcune delle quali possono anche essere perse. È importante per l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna sottolineare come i genitori non debbano colpevolizzarsi per eventuali errori commessi, piuttosto sarebbe utile invitarli a riconoscere dove si è sbagliato, per la crescita psicologica personale e dei figli.
Essere genitore comporta garantire protezione, insegnare i limiti, far sviluppare la capacità di interazione nel contesto sociale e di gestione dei conflitti, favorire esperienze di autonomia, conservando una condizione di sicurezza. Azioni che richiedono un impegno psicologico costante, non facile da sostenere nella quotidianità. "Esserci", mantenere una relazione costruttiva con i figli, riconoscere il proprio ruolo e anche i propri limiti non è semplice ma è molto importante: il buon esempio, infatti, è più importante di molti insegnamenti verbali. E tutto questo è tanto più valido quando si parla di "imparare a sbagliare".
Oltre alla complessità del compito genitoriale in sé, padri e madri avvertono anche una significativa pressione psicologica e sociale nell’esercitare la loro funzione educativa. Alle volte rincorrono un ideale di genitore perfetto, un genitore sempre all’erta, che non sbaglia mai e che deve sempre trovare la risposta giusta al momento giusto. Tuttavia siamo esseri umani imperfetti e l’errore è inevitabile.
Non esiste dunque il genitore perfetto, e per fortuna perché accettando i propri errori e trasformando il proprio comportamento il genitore può dare un esempio concreto di umanità matura. L'ideale, infatti, piuttosto che nell'assenza di errore, è nell'essere consapevoli e nel tentare di correggere i comportamenti negativi, insieme ai figli. Un genitore consapevole dei propri limiti dà un insegnamento prezioso al figlio che impara così a crescere accettandosi nella propria soggettività e limitatezza fisica e psicologica.
Alla capacità di riconoscere dove si è sbagliato dovrebbe poi seguire la richiesta di scuse, che sono lo strumento di salvaguardia di tutti i rapporti umani e soprattutto di quello con i familiari. In assenza di tale richiesta di fronte a errori che colpiscono le persone può sorgere infatti malessere, sofferenza e rancore. Spesso, ciò che fa più soffrire nelle relazioni non è l’ingiustizia subita, ma la mancanza di riparazione da parte di chi l’ha commessa, cosa che può comportare una crescita del risentimento della persona offesa, causando in alcuni casi un impoverimento del rapporto e perfino la sua chiusura, con possibile profondo turbamento per le persone coinvolte.
Molti genitori possono pensare che scusarsi con un figlio li faccia apparire deboli e meno autorevoli ai suoi occhi. Dimostrare invece di avere capito di aver sbagliato, di essere dispiaciuti di non aver avuto un comportamento rispondente al proprio ruolo e al bisogno del figlio, è indispensabile per dare un'immagine positiva. Un ragazzo che fa esperienza di figure genitoriali consapevoli, coerenti e rispettose della sua dignità sviluppa un senso di sé positivo e avrà più fiducia nelle relazioni significative.
Si insegna che la consapevolezza dello sbaglio aiuta a tollerare la frustrazione associata a esso. Si può apprendere anche guardando l’altro che sbaglia, in un confronto reciproco, crescendo insieme. In conclusione, la volontà e l’atto di riparare possono promuovere il perdono, che è l’esito di un lavoro psicologico spesso non facile. Il figlio può sperimentare così sia che si può sbagliare, sia che si può perdonare e apprendere l’importanza di una relazione basata sul rispetto e la fiducia.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
a cura di Rizoma | Studio Giornalistico Associato | tel. 0510073867
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Crescere offline e online: adolescenza, sviluppo del sé e identità virtuale nel mondo di oggi
http://www.stateofmind.it/2018/07/adolescenza-identita-virtuale/
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Pregiudizi e razzismo si vincono tra i banchi di scuola
https://left.it/2018/07/10/pregiudizi-e-razzismo-si-vincono-tra-i-banchi-di-scuola/
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Il Ministro Salvini dichiara che in Italia sarebbe in atto una “esplosione di aggressioni" da parte di "pazienti psichiatrici". Gli italiani debbono sapere che si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento. il 95% dei reati violenti commessi nel nostro Paese è attribuibile a persone cosiddette "normali" . E' più probabile che una persona che soffre un disturbo mentale sia vittima, non carnefice. Diffondere false notizie come quelle date dal Ministro non fa altro che aumentare paure infondate sulle persone affette da disturbi psichici,etichettandole ingiustamente ed indisciminatamente come "pericolose", aggravandone il già tremendo fardello dello stigma e della discrimiminazione. Se la persona ammalata fosse tuo figlio come ti sentiresti?
Il Ministro Salvini sostiene che si sarebbe verificato l"abbandono del tema della psichiatria", che sarebbe stato "lasciato sulle spalle delle famiglie” a causa della "chiusura di tutte le strutture di cura che c’erano per i malati psichiatrici". Forse il Ministro vive altrove. Forse il Ministro non sa che una delle poche eccellenze riconosciute nl Mondo all'Italia è il sistema della salute mentale , che conta una vasta e capillare rete di strutture psichiatriche, articolata in 163 Dipartimenti di Salute Mentale, 1460 strutture territoriali, 2284 Strutture residenziali che ospitano oltre 30mila persone, 899 strutture semiresidenziali, 285 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura Ospedalieri, per un totale di 3623 posti letto, oltre 22 Unità ospedaliere accreditate per ulteriori 1148 posti letto. Un sistema che garantisce ogni anno l'assistenza a oltre 800 mila persone grazie all’impegno e alla dedizione di circa trentamila operatori, che troppo spesso vengono lasciati soli di fronte ad un immane e crescente onere di responsabilità e impegno, talora anche al prezzo di rischi personali e compreso quello della vita.
Il Ministro salvini vuole mettere mano al settore della Psichiatria che ritiene trascurato? Allora si dia da fare per porre fine allo sfascio progressivo di un sistema assistenziale costruito faticosamente in 40 anni che sta andando alla malora per un finanziamento ridicolo, che è meno del 3,5% del totale della spesa sanitaria italiana, mentre in paesi come Francia, Germania, Inghilterra e Spagna si investe dal 10 al 15%. Non abbiamo bisogno di nuove Leggi, ma di fondi per assumere medici, psicologi, assistenti sociali, riabilitatori, per non lasciare sempre più sguarniti di personale servizi che attualmente hanno un deficit di operatori che va dal 25 al 75% in meno dello standard previsto di 1 operatore ogni 1500 abitanti in 14 regioni/province autonome su 21. Meno parole Ministro, la preghiamo, più fatti.
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Vite sospese. La violenza contro la migrazione minorile
https://left.it/2018/06/29/vite-sospese-la-violenza-contro-la-migrazione-minorile/
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Povertà educativa: in Italia numeri allarmanti
https://you-ng.it/2018/06/21/poverta-educativa-in-italia-numeri-allarmanti/