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Chi sono i giovani ritirati sociali?
https://www.agi.it/cronaca/giovani_hikikomori_disagio_giovanile_adolescenti-3876160/news/2018-05-09/
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Precariato lavorativo, la salute mentale dei nostri giovani è in pericolo
http://www.larivieraonline.com/precariato-lavorativo-la-salute-mentale-dei-nostri-giovani-%C3%A8-pericolo
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“Aggrediti, stalkerizzati, minacciati”: la denuncia degli assistenti sociali
https://www.articolo21.org/2018/04/aggrediti-stalkerizzati-minacciati-la-denuncia-degli-assistenti-sociali/
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Università di Padova: Uso di alcol in diminuzione tra gli adolescenti
http://www.lescienze.it/lanci/2018/04/19/news/universita_di_padova_uso_di_alcol_in_diminuzione_tra_gli_adolescenti-3947529/
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Sui giovani delle ultime generazioni è stato detto di tutto: sono stati definiti bamboccioni e indolenti, sono stati accusati di essere incapaci di giungere all’indipendenza, economica e di vita, cominciando dallo staccarsi dalla famiglia d'origine. L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna, però, vuole evidenziare un aspetto spesso sottovalutato: non si è tenuto conto della reale prospettiva esistenziale che queste ragazze e questi ragazzi si trovano ad affrontare. Gli effetti, soprattutto psicologici, che si determinano quando un individuo non intravede un futuro per sé e per la propria giovane famiglia.
Vengono a cavallo della rivoluzione digitale, sono la generazione dei nati tra l'80 e il 2000, quelli che vengono chiamati Millennial: la loro epoca doveva essere quella del consolidamento economico e del benessere diffuso, e invece è stata quella della peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione, il cui leitmotiv sembra essere la mancanza di certezze.
"Il mondo del lavoro attualmente offre poco, ma esige comunque molto in cambio. Quel che bisogna chiarire è che una condizione di precariato lavorativo non rende instabile solo la situazione economica, ma mina anche lo stato psicologico delle persone. Perché non possono emanciparsi dalla famiglia di origine e costruire una propria realtà, ma si ritrovano a vivere forzatamente in una sorta di 'adolescenza sospesa'. I giovani si trovano a volte in condizioni comparabili all'indigenza, con conseguenti frustrazione e perdita dell'identità sociale; quasi sempre, quando hanno un lavoro, sono comunque sottopagati. Tutto ciò crea incertezza anche a livello delle proprie capacità e competenze, abbassando la stima di sé", commenta Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
"La difficoltà di realizzarsi nel lavoro può causare un senso di impotenza e disorientare, bloccare, determinando significative ricadute in ambito affettivo-relazionale. La persona può rimanere immobilizzata nel presente e in continua negoziazione con le emergenze quotidiane, incapace di proiettarsi in un futuro esistenziale soddisfacente. Dover cercare e cambiare spesso lavoro, inoltre, può significare anche trasferirsi in luoghi diversi e abituarsi a nuovi contesti, con la necessità di ricostruire continuamente non solo le proprie abitudini, i punti di riferimento che per molte persone hanno un ruolo importante nel dare solidità, ma anche i propri legami", aggiunge Elisabetta Manfredini, Vicepresidente dell’Ordine.
Una sensazione diffusa tra i giovani precari è la costante preoccupazione per il domani, una preoccupazione che a lungo andare può avere anche conseguenze fisiche, associata a un quadro di sofferenza psicologica. Disagio e demotivazione procurati dalla precarietà di lavoro possono comportare vissuti di inadeguatezza, depressione e stati d’ansia o panico accompagnati da una sintomatologia psicosomatica.
Nonostante questo contesto di instabilità, molte persone possono comunque reagire all’incertezza cercando di gestire autonomamente la situazione di crisi, utilizzando al meglio le proprie competenze, conoscenze, abilità relazionali, cercando anche appoggio quando necessario. La capacità di far fronte in maniera positiva alla precarietà, di riorganizzarsi quando ci si trova in difficoltà, riporta al concetto psicologico di resilienza. La resilienza è una risorsa che permette di reagire alle sfide esistenziali, anche mantenendo un'apertura nei confronti delle possibili opportunità che si incontrano, andando avanti nonostante le frustrazioni. È una risorsa che tutte le persone possono acquisire e incrementare, anche con interventi di sostegno psicologico mirati.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
a cura di Rizoma | Studio Giornalistico Associato | tel. 0510073867
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Ecco perché gli adolescenti dovrebbero iniziare la scuola più tardi
https://www.nostrofiglio.it/adolescenza/ecco-perche-gli-adolescenti-dovrebbero-iniziare-la-scuola-piu-tardi
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4.000 cittadini, tutori volontari di minori non accompagnati
https://www.ottopagine.it/attualita/154613/4-000-cittadini-tutori-volontari-di-minori-non-accompagnati.shtml
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Millennials e smartphone, tutti connessi (anche la notte). «L’anello debole sono i genitori»
http://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/18_marzo_30/millennials-smartphonetutti-connessi-anche-nottel-anello-debole-sono-genitori-24439756-33f1-11e8-a818-49218ffab94d.shtml
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4 aprile, Torino. L’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte apprende con forte preoccupazione il caso delle minorenni avviate alla prostituzione. La lettura delle varie testimonianze diffuse sui mezzi d’informazione provoca sconcerto e senso di impotenza per aver lasciato sole delle ragazze neppure maggiorenni.
«È la società tutta - afferma Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) - a doversi sentire responsabile di quanto accaduto. Desta forte scoramento il dilagare di una cultura e di una pratica del malaffare che avvicina minorenni con una realtà svilente e delinquenziale. I segnali, seppur deboli o celati, devono essere colti dai punti di riferimento adulti, come le figure genitoriali, gli educatori, gli insegnanti, il sistema dei servizi di cui gli assistenti sociali fanno parte. Non possono però voltare lo sguardo anche gli attori del dintorno: i vicini di casa, il panetterie all’angolo, gli amici virtuali e così via».
«Occorre investire - sottolinea Rosina - sul supporto e potenziamento delle capacità genitoriali. Il “sostegno alla genitorialità” deve diventare oggi una parola d’ordine per i decisori politici e per gli operatori del sistema di welfare, non solo per le situazioni di disagio ma anche nella normalità, consapevoli che il presente è caratterizzato da un alto grado di complessità».
«Il ruolo dei social network - dice ancora Rosina - non è marginale. È noto da anni che siano la nuova frontiera della prostituzione minorile. E il “diritto all’oblio”, come ha ricordato il Presidente Gazzi già nel 2016, è essenziale per un minorenne che non dovrebbe subire per sempre la presenza di tracce collegate al suo passato. Si tratta di un diritto rilevante in particolare per i minorenni che possono non essere pienamente consapevoli dei rischi derivanti dal trattamento dei contenuti pubblicati. Come sta avvenendo in alcuni territori della Regione, serve dedicare spazio alla formazione per genitori e figli, adulti e persone di minore età, su un uso corretto dei new media, al fine di diminuire il digital divide generazionale ed i rischi connessi ad un utilizzo inconsapevole»
Carmela, Francesca Longobardi – Consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa Torino
Cel: 333.4896751