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Anche quest’anno Save the Children ha prodotto il Dossier Piccoli Schiavi Invisibili, dedicato al fenomeno della tratta e sfruttamento in Italia.
Il rapporto contiene i profili dei minori vittime ed a rischio di tratta e sfruttamento, ma anche approfondimenti sugli offender e sfruttatori.
Sono, inoltre, delineate raccomandazioni chiave per la protezione e assistenza ai minori, oltre che per la piena attuazione dei loro diritti.
Qui è possibile scaricare il dossier.
Per chiarimenti, approfondimenti e confronti, contattare:
Viviana Coppola | Save the Children | Child Protection Department – Referente Tratta, Sfruttamento e Violenza
Via Volturno 58, 00185 Roma
www.savethechildren.it
Telefono: +39 0648070039
Email: viviana.coppola@
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L'Ufficio IV del Capo Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità “Studi, ricerche e attività internazionali”, ha recentemente curato le seguenti pubblicazioni:
Il Volume “Lavori In-Giusti e pratiche educative: indagine sul lavoro minorile nel circuito della Giustizia penale” esplicita e mette in risalto quanto sia importante porre l’attenzione al fenomeno dello sfruttamento del lavoro minorile, sostenendo e valorizzando, all’interno del sistema giustizia minorile, strumenti per monitorare le esperienze lavorative. Il volume definisce un piccolo glossario che aiuta a riconoscere le diverse tipologie di esperienze lavorative oggi diffuse in ambito penale minorile e presenta l’esperienza del tirocinio atipico che rappresenta una buona pratica nella regione Sardegna.
La pubblicazione “Teorie e pratiche di lavoro con le famiglie in area penale minorile” testimonia gli interventi svolti con le famiglie dei minori autori di reato e con gli operatori della giustizia minorile. Il volume presenta quattro modelli di intervento con le famiglie dei minori autori di reato centrati sull’empowerment.
L’esperienza prodotta nell’ambito dei due settori, lavoro e famiglia, raccolta nei testi, oltre al valore della ricerca si presenta come uno spazio su cui avviare riflessioni e strategie concrete.
Il volume “Attraversare le competenze: la supervisione didattica e professionale nella Giustizia minorile” sta dentro l'idea della dinamicità del sapere che si definisce e ridefinisce nella quotidianità del fare, di un attraversamento nel tempo e nei contenuti intorno ad una esperienza propria del lavoro sociale: la supervisione. Si parla di supervisione didattica e di supervisione professionale, attività che accompagnano la nascita e lo sviluppo del servizio sociale nella giustizia minorile e più recentemente del lavoro educativo.
L'esigenza di far emergere l'importanza che le pratiche della supervisione rivestono alimentando nei professionisti dell'aiuto una attitudine (auto) riflessiva e la volontà di promuovere la qualità di tali pratiche sono stati gli input da cui ha preso le mosse il lavoro che in questo volume è stato presentato.
Si possono acquistare sul sito di Gangemi Editore
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Delega al Governo per la soppressione del tribunale per i minorenni e dell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale per i minorenni.
(Delibera consiliare del 13 luglio 2016)
«1. L’oggetto del parere
Il disegno di legge delega attualmente all’esame del Senato della Repubblica rubricato al numero 2284, nel testo già approvato dalla Camera dei Deputato il 10 marzo 2016, propone all’art.
1, comma 1, lettera b) di delegare il governo ad adottare gli atti legislativi necessari per istituire presso i tribunali ordinari e presso le corti di appello e sezioni distaccate di corte di appello le sezioni circondariali e distrettuali specializzate per la persona, la famiglia e i minori, sopprimendo il tribunale per i minorenni e l’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale per i minorenni.
Le competenze degli uffici giudicanti di nuova istituzione saranno differenziati tra tribunali del capoluogo di distretto di appello e tribunali ordinari circondariali, in quanto ai primi sarà assegnata la trattazione delle materia di cui oggi si occupa il tribunale dei minorenni (n. 8), mentre i secondi si occuperanno sostanzialmente del contenzioso e della volontaria giurisdizione già assegnata ai tribunali ordinari (n. 7).
Si prevede che, in sede distrettuale, la sezione della famiglia sarà integralmente specializzata, mutuando la struttura normativa delle sezioni che oggi si occupano della materia del lavoro, ed i magistrati vi saranno addetti in via esclusiva. Ad essa saranno assegnati i magistrati togati ed onorari ed il personale amministrativo oggi in servizio presso il Tribunale dei minorenni, mentre il personale di magistrati ed amministrativo, nonché i nuclei di polizia giudiziari che oggi operano presso le Procure dei tribunali per i minorenni, transiteranno alla Procura della Repubblica
presso lo stesso tribunale.
Analoga specializzazione è promossa presso le corti di appello e le sezioni distaccate di corte di appello, ove si prevede la costituzione di sezioni specializzate per la trattazione dei procedimenti in sede di appello e di reclamo, stabilendosi l’esclusività delle funzioni dei magistrati ad esse assegnati, ovvero, ove ciò non sia possibile, la costituzione di collegi specializzati nella materia.
Nella presente sede è intenzione dell’organo di governo autonomo della magistratura di richiamare una più approfondita attenzione del legislatore sulla materia speciale della tutela dei minori e della famiglia nel nostro ordinamento. [...]
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Chi siamo Il CNCA Lombardia ogni anno si fa carico di oltre 8000 persone ed entra in contatto con circa 120.000 cittadini nel territorio regionale.Il Cnca si compone di 37 gruppi aderenti presenti in 10 provincie della Regione, che raccolgono circa 2000 soci, 1800 lavoratori, 180 strutture residenziali (minorenni – persone con disabilità – dipendenze – mamme bambino – housing sociale) e 270 servizi diurni e progetti territoriali (centri diurni e servizi domiciliari per minori, disabili e anziani – unità di strada – servizi prevenzione – politiche giovanili - carcere) Si è costituita formalmente il 31 gennaio 2006. Info e contatti CNCA Lombardia Sede regionale: – via Petrarca 145, Sesto San Giovanni (MI) |
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Il 9 luglio, Torino si colorerà di arcobaleno per accogliere migliaia di persone che festeggeranno l’orgoglio di essere chi si è. Un atto di forte coraggio da supportare, viste le ancora ingiuste azioni discriminatorie alle quali le persone LGBT debbono sottostare.
L’indagine Istat “La popolazione omosessuale nella società italiana” (anno 2011) descrive un paese in cui l’orientamento sessuale è causa di esclusione, discriminazione, sofferenza, vulnerabilità. Il 53,7% delle persone riferisce di aver subito discriminazioni (e dichiaratamente riconducibili all’omosessualità/bisessualità degli intervistati) nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell’accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%).
Cifre che non possono non farci riflettere, in qualità di professionisti dell’aiuto, di agenti favorenti il cambiamento, e di semplici cittadini.
Il Consiglio degli Assistenti Sociali del Piemonte è convinto, così come auspicato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) all’interno del testo “DisOrientamenti. Discriminazione ed esclusione sociale delle persone LGBT in Italia”, che sia necessario operare per il rafforzamento della governance e delle modalità attuative di inclusione sociale e di contrasto alla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere, creando partnership e una forte interazione fra amministrazioni pubbliche e realtà associative della comunità LGBT, in tutta la Regione Piemonte.
Dal punto di vista normativo molti passi in avanti sono stati compiuti. Come ad esempio la legge regionale 23 marzo 2016, n. 5, rubricata “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”. Nel documento, vengono spiegati i concetti quali parità di trattamento, discriminazione diretta ed indiretta.
Ci sembra opportuno ricordare che la parità di trattamento è l’assenza (e non la riduzione) “di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta fondata su nazionalità, sesso, colore della pelle, ascendenza od origine nazionale, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, ed ogni altra condizione personale o sociale.”
Gli assistenti sociali, nella quotidianità operativa, si impegnano a rispettare la legge 5 del 2016 e tutte le indicazioni che vanno in questa direzione, promuovendone gli obiettivi.
Il CROAS Piemonte è parte attiva nel combattere per i diritti sociali e civili.
Il CROAS Piemonte
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Nei giorni scorsi la Sesta Commissione ha concluso i suoi lavori per la formulazione del parere sul disegno di legge n.2284/S avente ad oggetto la “delega al Governo per la soppressione del tribunale per i minorenni e dell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale per i minorenni”.
Al plenum di mercoledì prossimo approderanno due proposte di parere che si allegano a questa e-mail. Una prima proposta (relatore cons. Morosini da p.13 a p.24 dell’allegato), votata dai cons.ri Morosini e Aprile. Una seconda proposta (relatore cons. Palamara da p.1 a p.13 all.), votata dai cons.ri Palamara e Forteleoni. Quanto ai componenti laici della commissione, il cons. Fanfani si è astenuto e la cons. Casellati era assente (per altri impegni istituzionali).
Alla base della proposta votata dai cons.ri Morosini e Aprile c’è una convinzione. Che per l’effettiva attuazione dei diritti del minore l’ordinamento deve garantire alcune precondizioni. Primo: l’elevata specializzazione degli operatori. Secondo: un approccio multidisciplinare da parte degli stessi, al fine di procedere con una metodologia orientata alla unitaria considerazione delle complessità della personalità del minore nei vari contesti relazionali in cui si forma e si esprime.
La proposta di parere ruota, quindi, attorno ai seguenti punti:
A) in una prospettiva di riforma di settore, in sintonia con le fonti sovranazionali, l’opzione principale è per la creazione di un Tribunale per “persone, famiglia e minori”, autonomo e su base distrettuale, con articolazioni territoriali, sul modello del Tribunale di Sorveglianza, che realizzino per quanto possibile il modello di giustizia di prossimità. Ad un Tribunale, non solo “per i minorenni”, dovrebbe fare riscontro una Procura della Repubblica parimenti autonoma, con analogo profilo distrettuale e, soprattutto, attrezzata ad affrontare una sommatoria di competenze estese, rilevanti, e “affacciata” sulle novità del momento connesse ai fenomeni di immigrazione. Tale soluzione avrebbe anche il merito di superare i punti problematici dell’attuale assetto ordinamentale e processuale.
B) La soluzione ordinamentale offerta dalla proposta di legge delega, approvata dalla Camera nel marzo scorso, attinente alla creazione di sezioni specializzate del tribunale ordinario (modello sezione lavoro) e a “gruppi specializzati” presso la procura ordinaria con soppressione del tribunale per i minorenni e della dirimpettaia procura, per come congegnata appare “non in sintonia” con le effettive necessità di un settore della giurisdizione assai peculiare. Le soluzioni proposte non sembrano, peraltro, in grado di risolvere quei problemi interpretativi che hanno provocato difficoltà di chiara ripartizione delle competenze tra tribunali ordinari e tribunali dei minorenni, che, a seguito della novella, si riproporrebbe in identica maniera nei rapporti tra tribunale circondariale e tribunale distrettuale.
C) Volendo aderire ad una prospettiva condizionata dalle attuali criticità delle risorse disponibili evidenziata dal legislatore, apparirebbe più razionale e in sintonia con certe premesse culturali, il testo originario del d.d.l. n.2953 che conserva integralmente l’operatività del tribunale per i minorenni e della relativa procura nel settore civile e penale (nell’ambito del quale ricomprendeva opportunamente tutte le competenze sui minori stranieri non accompagnati). Quella proposta prevede l’istituzione presso i tribunali ordinari della sezione specializzata per la famiglia e la persona, cui sarebbero trasferite le competenze già devolute al tribunale ordinario in materia di stato, capacità delle persone, separazione, divorzio, figli nati fuori dal matrimonio, i procedimenti già di competenza del tutelare e quelli non rientranti nella competenza del tribunale per i minorenni che, contestualmente, veniva ridefinita al fine di superare i preesistenti dubbi interpretativi.
D) Le parti apprezzabili del disegno di legge votato alla Camera attengono: a) alla logistica per le attività delle sezioni specializzate distrettuali, che prevede ambienti separati, adeguati ai minori di età ed alle esigenze che derivano dalla natura dei procedimenti attribuiti alla sezione; b) al potenziamento dell’ausilio dei servizi alla persona, istituiti o promossi dalla pubblica amministrazione, centrale o periferica, e in particolare dagli enti locali, dalle aziende sanitarie locali nonché da soggetti privati con esse convenzionati, nelle fasi valutativa, di sostegno ed esecutiva dei provvedimenti, nel rispetto del contraddittorio e dei diritti di difesa delle parti; c) alla disciplina del rito dei procedimenti attribuiti alle sezioni specializzate secondo criteri di tendenziale uniformità, speditezza e semplificazione; d) al risalto per il potere-dovere di mediazione del giudice.
E) Il punto dell’iniziativa legislativa, votata alla Camera, che desta le fortissime perplessità è senza dubbio l’abolizione della Procura della Repubblica specializzata nella materia dei diritti dei soggetti minorenni. Pare, infatti, largamente prevedibile che il trasferimento delle sue competenze alla Procura ordinaria finirebbe per realizzare una grave dissoluzione del bagaglio di enorme competenza ed esperienza di cui essa è oggi portatrice. Ciò per la ragione pratica che i magistrati addetti al settore non potrebbero, in ragione delle funzioni generaliste dell’ufficio di appartenenza, esservi destinati in via esclusiva. Del resto la norma di delega, si limita a prospettare la costituzione di gruppi specializzati in materia di persona, famiglia e minori senza neppure imporne la specializzazione esclusiva. I magistrati che vi sono addetti, quindi, non potrebbero essere sottratti alle ulteriori incombenze connesse all’ufficio.
I Consiglieri di Area al CSM