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27ª Giornata Mondiale del Malato
11 febbraio, Torino. La Giornata mondiale del malato è una ricorrenza della Chiesa cattolica romana, istituita il 13 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II.
Andando oltre il carattere e l’origine religiosi della celebrazione, l’Ordine Assistenti sociali del Piemonte ha deciso di dire la sua per accendere i riflettori su un sistema sanitario percepito come carente e inefficace, limitato negli interventi, non capace di favorire la riduzione delle disuguaglianze.
«L’impatto negativo delle crisi economiche sulla salute delle popolazioni – afferma Barbara Rosina (presidente dell’Ordine Assistenti sociali del Piemonte) – è evidente: ammalarsi in tempo di crisi può diventare un problema difficile da fronteggiare e sostenere sia sul piano economico che sul quello sociale. I comportamenti messi in atto dai cittadini e dalle istituzioni tra i quali la rinuncia alle cure, il ritiro dalle strutture di cura degli anziani e il ricorso a prestazioni meno care e qualitativamente peggiori, danno origine ad una situazione allarmante in termini di salute e di prevenzione».
I dati emersi dall’indagine Istat su “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione Europea”, pubblicata nel 2017, confermano le preoccupazioni degli assistenti sociali piemontesi. Le persone di 15 anni e più con almeno un ricovero nei 12 mesi precedenti l'intervista, in Italia, sono l’8%, a fronte della media europea di 9,9 (Germania: 14.4, Austria: 14,3). Il 15.9% delle persone ha dichiarato di non aver effettuato visite mediche per ritardi o liste d’attesa. Alcuni cittadini rinunciano a curarsi per problemi prettamente economici: 7,6% a esami e cure mediche, 6,8% a visite o trattamenti dentistici, 6% a farmaci prescritti e il 12.5% ad almeno una prestazione (anche di carattere psicologico-psichiatrico)
Anna Maria Veglia, tesoriera dell’Ordine regionale nonché già assistente sociale e responsabile del Servizio sociale aziendale AOU S. Luigi Gonzaga, esprime un accorato appello unito ad un impegno concreto: «É necessario superare le dinamiche di contrazione che caratterizzano gli interventi soci sanitari e le azioni nei confronti delle persone che vivono una condizione di marginalità. Desideriamo ribadire i nostri sforzi ai tavoli politici e programmatori affinché venga adottato un approccio olistico, l’unico capace di promuovere lo sviluppo di attitudini specialistiche e modelli organizzativi volti a non “medicalizzare” la persona, ma a considerarla portatrice di bisogni complessi».
Conclude Rosina: «Occorre riconoscere sempre di più anche le fondamentali competenze delle persone e delle reti familiari e sociali: l’accompagnamento nei percorsi di cura e riabilitazione è fondamentale, la riduzione della sensazione di solitudine delle persone con una malattia e delle loro famiglie deve essere un obiettivo portante del sistema degli interventi. Per questo auspichiamo una sempre maggiore apertura, anche in termini di orari, delle strutture sanitarie e socio-sanitarie affinché i tempi e le necessità della vita quotidiana e degli affetti ed il tempo della cura possano essere conciliati».
Carmela, Francesca Longobardi - Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass-media / tel: 333.4896751
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I super eroi senza super poteri! L’idealizzazione della genitorialità
https://www.stateofmind.it/2019/02/genitorialita-idealizzazione/
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Social media e salute mentale negli adolescenti
https://oggiscienza.it/2019/01/24/social-media-salute-mentale-adolescenti/
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La nave Sea Watch 3 con bordo 47 persone straniere – soccorse dinanzi alle coste libiche – dopo giorni di viaggio, a causa del maltempo e concreto rischio per l’incolumità dei passeggeri, si trova da qualche giorno al largo di SiracusaLa nave Sea Watch 3 con bordo 47 persone straniere – soccorse dinanzi alle coste libiche – dopo giorni di viaggio, a causa del maltempo e concreto rischio per l’incolumità dei passeggeri, si trova da qualche giorno al largo di Siracusa.
Sulla nave, ora in acque territoriali italiane, tra i soggetti maggiormente vulnerabili, vi sono 8 minori soli e 5 minori accompagnati da adulti di riferimento.
Il rispetto della legge e delle regole vigenti in Italia, in osservanza degli obblighi internazionali, dell’attuazione delle direttive europee in materia di accoglienza, della disciplina specifica per la tutela e protezione delle persone straniere di età minore che si trovano in territorio italiano, in applicazione del principio di uguaglianza e di non discriminazione, prevede:
- il divieto di respingimento,
- il divieto di espulsione,
- il diritto ad essere identificati ed essere informati sui loro diritti
- il diritto alla presunzione della minore età fino all’esito dell’ accertamento- il diritto all’accoglienza secondo la normativa attuativa delle direttive 2033-2032/ 2013 UE prevista dal dlvo n. 142/2015, da eseguirsi , come specificato anche nelle recente circolare del Ministero dell’Interno del 3-1-2019 nel SIPROIMI ( sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati)
- diritto alla nomina del tutore,
- diritto all’ascolto
- diritto al ricongiungimento familiare
- diritto all’affidamento familiare
- diritto all’inclusione sociale, anche se prossime alla maggiore età, ai sensi dell’art.13 della legge n. 47 del 2017.
L’AIMMF ricorda che per la condizione di vulnerabilità delle persone minorenni straniere l’applicazione della legge deve essere garantita senza ritardo nel momento di arrivo alla frontiera per non prolungarne la sofferenza e il trauma patito.
L’AIMMF chiede la dovuta immediata identificazione dei minori al fine di consentire alla Procura della Repubblica Minorile competente di richiedere al Tribunale per i minorenni i provvedimenti in tutela dei minori che si trovano in questa gravissima condizione.
L’AIMMF precisa che l’intervento urgente di accoglienza e di protezione è questione diversa dall’individuazione del luogo stabile di permanenza dei migranti minorenni e che, a questo proposito, già nel recente passato, sono stati efficaci i progetti di “ricollocamento” presso gli Stati membri dell’UE, che rispondono, peraltro, alla progettualità e al sogno di molti dei minori soli.
L’AIMMF, quindi, pur ritenendo non più procrastinabile il rispetto della legge per i minori stranieri presenti in Italia sulla nave Sea Watch per le misure urgenti di accoglienza, di salvaguardia e tutela richiama anche l’applicazione dell’art. 80 del TFUE e le politiche dell’UE ispirate al principio di solidarietà e di mutua collaborazione.
L’AIMMF si impegna, per la tutela e accoglienza dei minori stranieri soli e in condizione di vulnerabilità, a proporre all’Association Internationale des Magistrats de la jeunesse et de la Famille un’azione congiunta di sensibilizzazione e di confronto nella speranza, quanto meno, diuna attenuazione dei processi in atto di rifiuto e opposizione a soluzioni costruttive e di rispetto deidiritti dell’Umanità.
Il Segretario generale, Susanna Galli Il Presidente, Maria Francesca Pricoco
Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia
c/o il Tribunale per i minorenni di Roma, Via dei Bresciani, n. 32 -00136, Roma
Tel. Presidente AIMMF: 334704569
Sito web: www.minoriefamiglia.it
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I migranti a bordo della nave Sea Watch devono sbarcare immediatamente e essere accolti! tra i 47 migranti ci sono persone vulnerabili e vittime di violenza. Tra loro ci sono anche bambini e adolescenti e il loro trattenimento è illegale e perseguibile, trattenerli è un atto grave e contrario alle norme internazionali di tutela dell’infanzia che anche il nostro paese ha ratificato.
Chiediamo quindi al governo di dare seguito a quanto richiesto dalla Procura per minorenni di Catania e far scendere tutti i minorenni a bordo.
Chiediamo inoltre che i parlamentari che chiedono di salire a bordo della nave vengano lasciati salire nell'espletamento della loro funzione pubblica.
quello che sta accadendo è l'ennesimo atto grave e cinico che il nostro governo con la complicità dell'Europa sta compiendo contro i diritti umani e contro il diritto di asilo
Noi non ci riconosciamo in queste scelte e faremo la nostra parte nel costruire percorsi di accoglienza nelle rete della nostra organizzazione per le persone a bordo della nave.
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Adolescente e mamma, chi la aiuta?
https://www.popolis.it/adolescente-e-mamma-chi-la-aiuta/
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L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna si unisce a quanti onorano, il 27 gennaio, la memoria della Shoah, sia per una vicinanza a quanti ancor oggi soffrono per quegli eventi, sia perché è fondamentale ricordare una tragedia immane e impedire che cada nell’oblio e nella negazione. Conoscere e ricordare la Shoah può permettere di comprendere le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo ed evitare che tali tragedie si ripetano. Può consentire di imparare a identificarle nel loro nascere, dando il giusto peso ai segni premonitori, come ad esempio l’originarsi del pregiudizio e il suo diffondersi, che possono essere il primo passo verso conseguenze devastanti. Dal ricordo di quella tragedia è importante imparare a riconoscere anche le odierne espressioni violente che vengono dalla paura per chi viene considerato distante o diverso, come può accadere nel caso dei migranti.
Il pregiudizio - per definizione - non è basato sui fatti. È espressione di opinioni comuni. Appartiene a quel tipo di opinioni che tendono a resistere al cambiamento anche alla luce di nuove conoscenze. Il pregiudizio è negativo: un atteggiamento di rifiuto o di ostilità verso una persona in quanto appartenente a un gruppo. Si fonda su quelli che la psicologia definisce "stereotipi", attribuzioni di determinati tratti a un gruppo, minoritario o socialmente debole, da parte di altri.
Il pregiudizio svolge una precisa funzione psicologica all’interno di un gruppo, contribuendo a definire e rafforzare l’identità sociale dello stesso con la partecipazione emotiva legata al senso di appartenenza. Quanto più tale identità è percepita come minacciata, tanto più si tende a preservarla o a ricostituirla categorizzando e semplificando l’ambiente sociale. Si accentua il contrasto noi/altri, magnificando l’immagine di sé e denigrando quella degli altri, ora come allora.
"Tale processo psicosociale porta alla discriminazione di individui e gruppi diversi dal 'noi' e può alimentare o giustificare giudizi negativi e ostilità. Si può manifestare con comportamenti violenti 'banali', tristemente comuni, fino ad arrivare a vere proprie persecuzioni e allo sterminio come nel caso della Shoah." Commenta Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
La storia della Shoah è indubbiamente legata all’antisemitismo, all'odio e al pregiudizio nei confronti del popolo ebraico, basato sull’assegnazione a tutti gli ebrei di caratteristiche uguali.
"Riflettere sulla Shoah e sullo sterminio nazista è un'occasione per mettere in guardia da ignoranza, discriminazione e intolleranza etnica, soprattutto in un momento storico caratterizzato da un clima socio-culturale che favorisce un atteggiamento di chiusura, inducendo 'paure dell’altro, del diverso', come nel caso dei migranti. L’immigrazione rischia di essere identificata come la causa di insicurezza e malessere, minaccia della stabilità economico-sociale ed essere associata a un pericolo che deve essere evitato o addirittura eliminato. Messaggi che innescano la paura di essere aggrediti, la rabbia per non essere difesi e un senso di grande sfiducia verso le istituzioni, creano una situazione adatta alla nascita di avversioni e risentimenti xenofobi." Aggiunge Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
"Attualmente un ruolo determinante viene svolto dai mezzi di comunicazione, che spesso tendono ad amplificare eventi e situazioni che coinvolgono migranti sviluppandone una visione negativa. La portata comunicativa dei mass media fa sì che i dati di realtà, anche positivi, del fenomeno migratorio finiscano sullo sfondo dell’informazione, mentre in primo piano viene trasmesso il messaggio che è necessario avere paura degli 'stranieri' e, quindi, difendersi da loro. Vanno in questa direzione anche i social network, che hanno il potere di raggiungere milioni e milioni di persone, consentendo la diffusione anche dei pensieri più violenti." Continua la Presidente Ancona.
"Lottare contro un nemico irreale può costituire una fuga da un quotidiano difficile e permette di riversare parte della frustrazione e della rabbia verso un capro espiatorio costruito. Anche per questo un certo tipo di suggestioni ha un grande potere di penetrazione nella popolazione. Il Giorno della Memoria non deve essere solo un modo formale e rituale di ricordare la tragedia dell’Olocausto, ma un'occasione per acquisire conoscenza e consapevolezza: sapere e comprendere affinché non accada più, interiorizzando il concetto che ogni persona è unica, ha valore e dignità." Conclude Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
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Tutti a scuola un’ora dopo: una rivoluzione possibile?
https://www.corriere.it/liberitutti/19_gennaio_11/a-scuola-un-ora-dopo-rivoluzione-possibile-9d2cd7a4-1271-11e9-8e32-62f2e5130e0b.shtml
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I disturbi specifici dell’apprendimento: il coinvolgimento nel processo diagnostico della scuola e della famiglia
https://www.stateofmind.it/2018/12/disturbi-apprendimento-famiglia/
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Adolescenti, voti migliori e meno assenze se la scuola inizia più tardi
https://www.focus.it/comportamento/scuola-e-universita/iniziare-tardi-scuola-migliora-risultati