- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Autori di reato
(il papà)
Beh, lo sappiamo come sono le bambine
così smorfiose con le loro tettine.
Mia figlia no, non faceva differenza
e anche questo ha una sua valenza.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Autori di reato
Le frustrazioni e le gratificazioni
di chi lavora con i ragazzi
del penale minorile
nel portale Non ci sto dentro
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Autori di reato
Più di un milione di bambini e adolescenti sono stati arrestati nel 2014 con accuse che vanno dagli atti di vandalismo e violazione delle norme sull’uso di droga, fino all’aggressione aggravata e all’omicidio . Sebbene questo numero rappresenti una riduzione considerevole rispetto agli anni precedenti, il problema dei crimini commessi dai giovani è ancora una seria preoccupazione per i politici, le organizzazioni a difesa dei minori e la società in generale.
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Giustizia minorile
A proposito di adolescenza e identità, maltrattamenti e interventi di tutela, difesa della famiglia e ruolo della giustizia minorile
Gentile Avvocato Ruggente,
sono il giudice onorario che ha ascoltato la ragazza (per discrezione la chiamerò Veronica), ed anche l’assistente sociale che lei ha inteso denunciare.
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Vittime di violenza
Ci sono uomini (e più raramente donne) che violentano i bambini.
Ci sono genitori che lo fanno con i figli.
Il tribunale per i minorenni interviene ancor prima delle sentenze, e dunque in casi non ancora accertati, adottando caso per caso provvedimenti di protezione per i bambini.
Ascoltati in udienza, non succede spesso che i padri ammettano le loro azioni. Questo è un raro caso in cui, invece, è successo – ed anche la madre ha avuto una condotta quantomeno singolare.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Autori di reato
I ragazzi e le comunità
nel portale Non ci sto dentro
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
Per gentile concessione del curatore e dell'editore, pubblichiamo un brano dell'introduzione di "Quello che dovete sapere di me. La parola ai ragazzi", a cura di Stefano Laffi (Feltrinelli Editore).
Il libro contiene una selezione delle 900 lettere di ragazzi che nell'estate 2014 hanno partecipato alla Route nazionale, appuntamento storico degli scout Agesci. Invitati a scrivere una lettera con il titolo "Quello che dovete sapere di me", hanno scelto di stendere liberamente il proprio autoritratto, intorno a pensieri, questioni, sentimenti avvertiti come urgenti.
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Autori di reato
Il papà, sentito in carcere dove è rinchiuso per spaccio, lo ha detto con semplicità disarmante:
“Mi ha chiesto un consiglio per spacciare nella mia città e io gli ho dato un numero di telefono ma che c’entra, mica ci ho guadagnato. Ho solo aiutato un amico”.
- Scritto da Mariangela Bandello
- Categoria: Famiglie
La relazione d’aiuto: la riattivazione del legame di attaccamento
Premessa indispensabile e fondamentale per la relazione d’aiuto è l’autentico interesse per la persona, tenendo conto delle sue premesse esistenziali (le precoci esperienze, vissute nella relazione primaria) e dei suoi modi di relazionarsi.
- Scritto da Mariangela Bandello
- Categoria: Famiglie
“Lascia che il tuo io entri intimamente in comunicazione con tutte le tue parti.
Liberati, per poter avere delle possibilità
E per usare queste possibilità liberamente e creativamente.
Per sapere che qualunque cosa sia stata nel passato, è stato il meglio che potevamo fare.
Poiché essa rappresentava il meglio di ciò che sapevamo
essa rappresentava il meglio della nostra coscienza.
Man mano che la nostra conoscenza si amplia, e noi diventiamo sempre più consapevoli,
entriamo anche più in sintonia con noi stessi.
E entrando in sintonia con noi stessi possiamo entrare in sintonia con gli altri.”
(Satir, Banmen, Gomori & Gerger, 1991)
La disabilità, e in particolare il disturbo psichiatrico, presentano una complessità di problematiche che vanno affrontate con una serie di interventi ad ampio raggio, di tipo socio-sanitario integrato. Accanto al disturbo occorre considerare la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari, l’opportunità di vivere integralmente l’ambiente, le relazioni sociali, il lavoro, gli interessi e lo sport.