- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Ci sono famiglie dove sono i piccoli ad occuparsi dei genitori. Non che proprio ci siano maltrattamenti o abbandoni, ma una buona inversione di ruoli, quella sì.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Abuso di sostanze
Le campagne informative rivolte agli adolescenti per promuovere consapevolezza e conoscenze sui temi della salute e per ridurre i comportamenti a rischio, se basate sulle culture diffuse all’interno dei loro gruppi e sotto-gruppi sociali, come lo stile hip hop o alternativo o "preppy", possono essere uno strumento efficace per dissuadere gli adolescenti dall’adottare comportamenti a rischio come il fumo o il bere alcolici.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
Per gentile concessione dell'autore pubblichiamo un estratto da "Mio fratello è figlio unico (ma ha molti follower)" di Felice Di Lernia (Bordeaux edizioni).
Quanto male può fare una domanda?
Decine di bambini escono dal retro della parrocchia nella quale hanno appena partecipato a un incontro di catechismo. Un padre accoglie la sua bambina chiedendole “Qualcuno dei bambini ti ha dato fastidio?”. Glielo chiede direttamente, senza premettere nulla, neppure un saluto. È la prima cosa che le dice. La bambina gli risponde allontanandosi con lui, e saltellando, e io non riesco a sentire la sua risposta.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Metodi & Teorie
Per gli adolescenti che hanno la tendenza a starsene da soli, in un modo quasi cronico, senza trovare quasi mai la forza di vincere quello che li tiene lontani dagli altri, anche un raro invito ad un evento sociale rischia di essere considerato con sospetto. Tra sé e sé diranno: "Me l’hanno inviato non perché mi vogliano con loro o perché ne sia degno, è stato solo un caso. Solo fortuna".
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Esperienze & Educazioni
Prendi due gemelli un po’ svogliati e furbetti, con dei genitori un tantino assillanti che minacciano di separarli e mandarli in collegio. Metti che i due ragazzi li prendano sul serio, temano di essere allontanati e, avendo notizia di come funzionano gli allontanamenti dei minori, inventino maltrattamenti inesistenti al solo scopo di avere la meglio.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Letture e Visioni
Per gentile concessione dei curatori, Claudio Bencivenga e Alessandro Uselli, pubblichiamo l'introduzione del libro "Adolescenti e comunità terapeutiche" (Edizioni Aples Italia).
Di solito i libri sulle Comunità Terapeutiche si aprono con la storia e la definizione di cosa la comunità sia, come si articoli e cosa rappresenti per tutti gli attori del grande teatro che la costituisce: ospiti, curanti, famiglie, istituzioni. Basterebbe leggere le introduzioni dei tanti volumi che sono stati scritti sulla terapia di Comunità - che oggi costituiscono nell’ambito dell’intervento della psichiatria una letteratura di settore importante - per rendersi conto di quanta strada le comunità terapeutiche abbiano fatto dai primi esperimenti degli anni 30 sino a oggi.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Narrazioni
Mia figlia Emma era una bambina felice e socievole. Sempre circondata da amici, amava la recitazione, era molto sportiva e regolarmente giocava a scacchi. Ma dall’età di tredici anni qualcosa è cambiato. È diventata lunatica e irritabile, e così volubile che avrebbe potuto perdere la testa per un nonnulla.
- Scritto da Ubiminor
- Categoria: Metodi & Teorie
Come si fa a far sì che un bambino, in particolare uno che ha fatto esperienza di gravi avversità, crescendo non diventi uno psicopatico? L’essere pronti e reattivi, il prendersi cura, l’essere empatici - soprattutto quando i bambini sono in difficoltà - aiuta a prevenire il fatto che i ragazzi divengano adolescenti insensibili, senza emozioni.
- Scritto da Elena Buccoliero
- Categoria: Letture e Visioni
Cari amici e colleghi,
mi fa piacere informarvi che proprio in questi giorni l’editore “la meridiana” ha pubblicato un nuovo titolo, per ora soltanto in e-book.
Si chiama “Papà di Sole e Papà di Tempesta” ed è una favola che ho scritto per parlare di famiglie difficili con bambini dai 6 ai 90 anni.
In diverse scuole primarie è già stata sperimentata, sia con la mia presenza sia con una conduzione autonoma da parte dell’insegnante, e i bambini hanno sempre colto e capito molto bene il senso della storia, senza spaventarsi o turbarsi, ma riuscendo a parlare di emozioni difficili - come la paura - in un clima di ascolto e accoglienza.
A volte in classe c’erano alcuni bambini con vissuti familiari simili a quelli che vengono raccontati: è stato bello, hanno capito che se ne può parlare (e ogni bambino era libero di farlo o meno secondo i suoi desideri).
C’erano molti più bambini che in famiglia sono proprio sereni e che hanno trovato uno spazio per parlare della rabbia, della fiducia, dell’importanza di aprirsi con gli altri e di essere ascoltati. Per loro è stato uno dei passaggi auspicabili in quella tanto necessaria educazione alle emozioni.
“Papà di sole e Papà di tempesta” non parla solo ai piccoli: un amico psicoterapeuta (che starà leggendo questa mail) l’ha letta ad una adolescente ermetica che sull’onda della storia ha incominciato a parlare di sé… e c’è chi sta pensando di proporla agli adulti, anzi meglio, ai papà, in contesti diversi.
Per tutti naturalmente c’è il lieto fine!
E ci sono le illustrazioni, preziose, di Giulia Boari, che raccontano le emozioni meglio delle mie parole.
Per chi volesse saperne di più, o citarla sui propri siti, social ecc., qui il link:
Per chi invece volesse acquistarla, bisogna spostarsi a quest’altro link:
https://www.bookrepublic.it/
Vi saluto con le parole di Debora, una bambina di 10 anni che ha letto questa storia insieme ai compagni e alla sua insegnante:
Da piccolo papà Osvaldo
non raccontava
le cose brutte o le paure
ma le teneva per sé.
Così rimase piccolo
e pieno di rabbia.
Prima di leggere la storia dicevo:
“Terrò per me i miei segreti brutti”,
ma adesso penso che
dirò tutto ai miei genitori.
E con questo, tantissimi auguri,
Elena Buccoliero
p.s. a braccetto con “Papà di Sole e Papà di Tempesta” c’è “Con voce bambina” (meridiana, 2012), un’altra piccola storia familiare.
Chi non la conoscesse può trovare notizie qui:
- Scritto da Gabriel Jorquera
- Categoria: Esperienze & Educazioni
È strano, come le apparenze ingannino; o forse siamo noi osservatori che, come in un trucco di magia, spesso e volentieri ci lasciamo ingannare. Nel lavoro educativo, la distinzione fra la forma e la sostanza non è sempre facile, ancor di più quando abbiamo a che fare con giovani ragazzi che hanno investito, come fine risorsa di sopravvivenza, tutto quel che hanno nella loro apparenza – fisica, estetica o relazionale che essa sia – per riuscire ad avere un posto nel mondo: camaleontici, riescono, se necessario, a mimetizzarsi perfettamente nei contesti vissuti, la strada, gli adulti, il lavoro, la scuola o addirittura gli affetti. Ma sembrare non vuol dire essere e il camaleonte, foglia in apparenza, rimane comunque camaleonte.