È stato un temperino
contro la giugulare
il morso del destino
venuto a ribaltare
tutta una vita intera,
a spezzare l’incanto.
Mio è padre è in galera.
Io non ho pianto.
Mi sento frastornato
non riesco a realizzare
non ho preventivato
la potesse ammazzare.
Non ci capisco niente
verità è una pietra dura.
Sarà stato un incidente
o devo aver paura
di chi sotto il suo tetto
mi ha voluto, bambino
e sempre mi ha protetto
nei giochi nel giardino?
“I mostri non esistono”
la mamma mi diceva,
“Nel buio si smarriscono”.
E no, non permetteva
che l’incubo vincesse.
Ho provato a fidarmi.
Non credo prevedesse
davvero di lasciarmi.
Non sento che mi manca
mi fa rabbia anche lei
nella sua cella bianca
fila 4, loculo 6.
Chi è stato a risucchiarla
dalla mia e dalla sua vita?
Papà ad ammazzarla
o lei a farla finita?
Io cerco di distrarmi
mi sforzo di studiare
ma resto a domandarmi
cosa devo imparare.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche