È sempre difficile credere che un genitore maltratti i suoi figli, e se poi è la madre a farlo questo può sembrare veramente impossibile. Così accade che i bambini non vengano ascoltati e che tutti – dall’insegnante al vicino di casa, fino a chi scrive sul giornale – si sentano in diritto di mettere bocca.
Il prezzo più alto, dopotutto, lo pagano i bambini.
(la ragazza)
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Mia cara mamma, ti voglio ricordare
questa canzone che mi hai fatto cantare.
Ora protesti che mi hanno allontanata
dici che sei una donna infangata
ma io ricordo, ti amavo da impazzire.
Eri tu che mi facevi dire:
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
E non c’è stato solo il ritornello.
C’eran le botte per me e per mio fratello
frasi infamanti su papà e su di noi
perché non siamo i bambini che vuoi.
Stai male, mamma, io questo l’ho capito
ma non ho colpa di averti tradito.
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sto male anch’io e non mi so fermare
corro, saltello, e provo a digiunare.
Così mi dici che sembro una puttana
se perdo un chilo in una settimana.
Se sono carina, se provo a dimagrire
tu ricominci e mi costringi a dire:
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Sono una stronza e devo morire
Mia cara mamma, io sono più serena
da quando un giudice ha fermato l’altalena
e ha capito che stare fuori casa
è la salvezza per me, è una sorpresa.
Qui più nessuno mi costringe a dire:
“Sono una stronza e devo morire”.
La filastrocca si collega ad altre quattro che verranno pubblicate nelle prossime settimane, sono sguardi diversi sulla stessa storia.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche