Tutti abbiamo bisogno di un motivo per fare le cose. Per i bambini non è diverso.
Nei processi dove sono vittime spesso si pretende che stiano ai tempi e ai modi previsti dal processo e raccontino a comando quello che ci si aspetta, nei modi in cui siamo disposti ad ascoltarli.
Ma a volte mi chiedo: i bimbi che motivo hanno per venirci incontro?
Ogni gioco
ha il suo scopo.
La mamma cucina il ragù di zucchine
prepara la cena per le sue bambine.
Le bimbe han studiato l’intera lezione
le vogliono dare una soddisfazione.
Lontano c’è un uomo che vende diamanti
gli piacciono i soldi, ne vuol fare tanti.
Accanto c’è un altro che ha perso il lavoro
e alza la voce, reclama il futuro.
Così il muratore fa tanta fatica
ma alza la casa in men che si dica.
Più avanti il meccanico ammansisce il motore
lo sente ruggire e gli si scalda il cuore.
Il giudice fruga la vita di tutti
finché i criminali saranno sconfitti.
Il prete confessa, li aspetta lì in chiesa
lui crede in Gesù che perdona l’offesa
Se prendi una storta, qualcosa ti duole
ci pensi da solo e vai dal dottore.
Se subisci violenza e sei sotto pressione
ne parli se hai una buona ragione.
Adulti o bambini il discorso è lo stesso
non so se m’importa di questo processo.
Bambini o adulti la storia è banale
io parlo se voglio, e mi sembra normale.
Tu chiedi, pretendi, avrai i tuoi motivi
ma a me cosa importa di quello che scrivi?
Adesso dovrei rivivere tutto
ma dimmi il perché. È stato così brutto…
Però se ti preme davvero ascoltare
verrò, la mia storia potrò raccontare.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche