Con tante braccia
mi fa felice.
Vuole che taccia
quando mi dice
che la sua vita
senza di me
è ormai finita.
Ecco chi è:
È l'uomo polipo
sempre romantico
nato a Posillipo
è telepatico.
Svelto mi anticipa
nei desideri
e mi addomestica
anche i pensieri.
Lui mi guarisce
dal raffreddore,
non mi ferisce.
È il mio signore.
Sa soddisfare
i miei bisogni
sa interpretare
tutti i miei sogni
Non ho più sete
fame o fatica
nella sua rete
in men che si dica
sono caduta,
caduta in pieno.
Sono perduta
ma soffro meno.
Lui mi aderisce,
sì, come un guanto
e m’impedisce
di chiedermi tanto.
Ho 13 anni
lui più di venti
non faccio danni
e odio i commenti.
Niente più amici
niente lavoro
siamo felici
senza denaro.
Tanto alla spesa
pensa papà
che ormai alla resa
mi lascia qua
Non vado a scuola
ma faccio finta.
Il tempo vola
io resto incinta.
È l'uomo polipo
mi si aggroviglia.
Vivo a sproposito
nasce una figlia
Ho 13 anni
già tanti affanni
di questa figlia
cosa sarà?
E questo amore
non se ne va.
Ci penso ancora
in comunità.
È l'uomo polipo.
Soffoco già.
Filastrocca dedicata a una ragazzina innamorata persa di un maggiorenne pessimo e probabilmente psichiatrico, da cui ha avuto una figlia, in una co-dipendenza affettiva spaventosa.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche
Filastrocca del matrimonio combinato, Filastrocca del bambino abusato
Filastrocche della televisione
Filastrocca dell'occhio nero di mamma. Filastrocca del giudice bizzarro
Filastrocca della mamma bambina
Filastrocca dei bambini contesi
Filastrocca della competenza minorile
Filastrocca dei gemelli di Cattolica
Filastrocca dell'adolescente adottato
Filastrocca del Natale all'improvviso
Filastrocca dell'udienza si va beh...
Filastrocca di chi arriva per mare
Filastrocca della cattiva coscienza
Filastrocca della mamma brasiliana
Filastrocca della pelle dei minori, Filastrocca dell'indigesto
Filastrocca delle occasioni mancate
Filastrocca del padre a luci rosse
Filastrocca della mamma che non vuole stare senza
Canzone dei bambini che aspettano
La Filastrocca delle lacrime e dei naufragi
Filastrocca per una ragazzina triste
Filastrocca delle infinite doglie
Filastrocca un po’ meccanica di un bambino ipercinetico
Filastrocca del padre invertebrato
Filastrocca della mamma che non c'è
Filastrocca della paura del vuoto