Mamma Mammona,
fin troppo buona,
lei ti piantona
e non ragiona.
Mai si riposa
- è una ventosa -
sempre nervosa
e troppo ansiosa.
Sembra banale
ma se stai male
ti vuol portare
all'ospedale.
Sembra un tumore
quel raffreddore!
Quanto timore
per un sudore!
Mamma ti cura
con la paura.
La sua premura
è una clausura.
Lei ti prosciuga.
È sanguisuga.
Mamma ti allaga
e non c’è diga.
È straripante
molto urticante
sempre assillante
e intossicante.
Se t’imprigiona
tra le sue cosce
Mamma Mammona
lo ribadisce:
“Mia bimba buona
mia bimba bella
è lei la stella
di Mamma Mammona.
Talmente buona
che non ragiona”.
Conta di Mamma Mammina
(Si canticchia in cerchio. Chi la intona, sillaba per sillaba e a turno tocca il petto dei vicini)
Mamma Mammina
la bimba non cammina.
È grande e non va a scuola
la mamma la consola.
La bimba non cresce
vorrebbe e non riesce.
La mamma non vuole,
fa finta che sia amore.
Amore non ce n’è.
A star so-tto to-cca pro-prio a TE!
Filastrocche per quelle mamme straripanti, avvolgenti, eccessive, che impediscono la crescita dei figli.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche
Filastrocca del matrimonio combinato
Filastrocca del bambino abusato
Filastrocche della televisione
Filastrocca dell'occhio nero di mamma
Filastrocca del giudice bizzarro
Filastrocca della mamma bambina
Filastrocca dei bambini contesi
Filastrocca della competenza minorile
Filastrocca dei gemelli di Cattolica
Filastrocca dell'adolescente adottato
Filastrocca del Natale all'improvviso
Filastrocca dell'udienza si va beh...
Filastrocca di chi arriva per mare
Filastrocca della cattiva coscienza
Filastrocca della mamma brasiliana
Filastrocca della pelle dei minori
Filastrocca delle occasioni mancate
Filastrocca del padre a luci rosse
Filastrocca della mamma che non vuole stare senza
Canzone dei bambini che aspettano
La Filastrocca delle lacrime e dei naufragi
Filastrocca per una ragazzina triste
Filastrocca delle infinite doglie
Filastrocca un po’ meccanica di un bambino ipercinetico
Filastrocca del padre invertebrato
Filastrocca della mamma che non c'è
Filastrocca della paura del vuoto