Nicola, un bimbo di 6 anni. Entra in un negozio di abbigliamento insieme all’affidataria e si mette a tremare davanti a un mazzo di cinture appese.
Ne indica una borchiata: “Pensa se papà mi picchiava con quella”.
Questa filastrocca è per lui, ed è stata scritta canticchiando. Forse per quietare la paura la rabbia che non lo hanno mai lasciato in pace, neppure dopo.
Laccio, cintola, cinghia,
m’hanno chiuso il cuore dentro una conchiglia.
La cinghia mi stringe alla gola
si fa buio intorno e niente mi consola.
Cinghia, cintola, laccio
mi porto dentro il male, nel male che mi faccio.
Il laccio è un filo d’argento
mi affossa in un istante, ritrovo il mio tormento.
Cintura, di stoffa, di pelle
contro la mia schiena, e io conto le stelle.
È solo una frusta di cuoio
tremo di paura e penso: “Adesso muoio”.
Ma è cinghia, di borchie, di sabbia,
mi scuote la tempesta, esplode la mia rabbia.
Tempesta, di sabbia, di schegge
di vetro che mi taglia, di fiato che non regge.
È un laccio di cuoio e catrame
non ci voglio stare dentro quel letame.
Mi stringe, restringe, costringe,
e penso che l’amore si dà e non si finge.
La cintola è un nastro di seta
voglio arrampicarmi sopra una cometa.
Mi fionda in un cielo cobalto
prego che sia vero e punto ancora in alto.
Cintura, cintura di ghiaccio
cerco di allentarla dentro al vostro abbraccio.
Gingillo con quella cintura
finché potrò scoprire che non ho più paura.
Cintura, di cuoio, più dura
non è mai finita, vedi, la paura.
Resta, la ferita, senza una sutura.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche
Filastrocca del matrimonio combinato
Filastrocca del bambino abusato
Filastrocche della televisione
Filastrocca dell'occhio nero di mamma
Filastrocca del giudice bizzarro
Filastrocca della mamma bambina
Filastrocca dei bambini contesi
Filastrocca della competenza minorile
Filastrocca dei gemelli di Cattolica
Filastrocca dell'adolescente adottato
Filastrocca del Natale all'improvviso
Filastrocca dell'udienza si va beh...
Filastrocca di chi arriva per mare
Filastrocca della cattiva coscienza
Filastrocca della mamma brasiliana
Filastrocca della pelle dei minori
Filastrocca delle occasioni mancate
Filastrocca del padre a luci rosse
Filastrocca della mamma che non vuole stare senza
Canzone dei bambini che aspettano
La Filastrocca delle lacrime e dei naufragi
Filastrocca per una ragazzina triste
Filastrocca delle infinite doglie
Filastrocca un po’ meccanica di un bambino ipercinetico
Filastrocca del padre invertebrato
Filastrocca della mamma che non c'è
Filastrocca della paura del vuoto
Filastrocca della mamma in gabbia
Filastrocca del padre sconsolato
Filastrocca della mamma a sua insaputa
Filastrocca di un bambino postale
Filastrocca dell'educazione delle fanciulle