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Qualche tempo fa una donna italiana in stato di delirio è stata fermata con due bambine nella stazione di una grande città. Lì vivevano da alcuni giorni allo sbando. Le bimbe, palesemente denutrite, sono state affidate ad una famiglia che le ha accolte mentre alla mamma è stato chiesto di riprendere le cure che aveva interrotto.

Mille treni sono lenti, uno va veloce. 
Io batto i denti, non ho più voce. 

20151028 filastrocca binario 

Va forte il treno, lo guardo sfrecciare. 
Solo il cielo è sereno. Sogno di scappare,
di sentirmi cercata e iniziare il viaggio 
col tenente o la tata che troverà il coraggio.
Più coraggio di me, che ho un coraggio bambino.
Mi risveglio sul tre e vi faccio un inchino.
Vedo i treni partire, noi qui ferme in stazione. 
Troppe cose da dire, tanta la distrazione.
Cinque anni soltanto, qui viviamo da poco
e mi resta il rimpianto del mio cane e del gioco
che è rimasto in paese mentre mamma ci guida, 
ci riempie di offese, ci strattona e ci sgrida.
Beve forte mia madre e non cucina per niente 
picchia forte mia madre, non mi vede, non sente.
Più nemmeno sa il volto di un signore che un giorno,  
con lei poco coinvolto, ci ha portate nel mondo.
Qui si dorme all'aperto ma io sogno ugualmente: 
era in corso un banchetto, c’era pieno di gente. 
Era il mio compleanno - sono incerta sul giorno -
io non ero in affanno, cominciava il ritorno.
Mi aspettava un bel pranzo, un abbraccio, una doccia.
Si riscrive il romanzo, la mia vita che sboccia
nella nuova dimora dove ci hanno portate,
dove infine s’impara a esser bimbe, e amate.
Penso, a volte, alla mamma anche se non la vedo.
Mi vorrebbe, la mamma, anche se non le credo.
È la fine del mondo questo sogno incantato.
Dopo un bel girotondo ci mangiamo un gelato?

 

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Le filastrocche giudiziarie

I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.


Le precedenti filastrocche

Filastrocca del matrimonio combinato

Filastrocca del bambino abusato

Filastrocche della televisione

Filastrocca dell'occhio nero di mamma

Filastrocca del giudice bizzarro 

Filastrocca della mamma bambina

Filastrocca dei bambini contesi

Filastrocca della competenza minorile

Filastrocca dei gemelli di Cattolica

Filastrocca dello spaccino

Filastrocca dell'adolescente adottato

Filastrocca del Natale all'improvviso

Filastrocca dell'udienza si va beh...

Filastrocca di chi arriva per mare

Filastrocca della cattiva coscienza

Filastrocca della mamma brasiliana

Filastrocca di un assassino

Filastrocca del sudario

Filastrocca della pelle dei minori

Filastrocca dell'indigesto

 Filastrocca delle occasioni mancate

Filastrocca del padre a luci rosse

Filastrocca di Alì

Filastrocca della mamma che non vuole stare senza

Canzone dei bambini che aspettano

La Filastrocca delle lacrime e dei naufragi

Filastrocca per una ragazzina triste

Filastrocca delle infinite doglie

Filastrocca un po’ meccanica di un bambino ipercinetico

Filastrocca del padre invertebrato

Filastrocca della mamma che non c'è

Filastrocca della paura del vuoto

Filastrocca dell'uomo-polipo

Filastrocca del democratico

Filastrocca di Mamma Mammona 

Filastrocca della mamma in gabbia

Filastrocca del padre sconsolato

Filastrocca della mamma a sua insaputa

Filastrocca di un bambino postale

Filastrocca in bicicletta

Filastrocca dell'educazione delle fanciulle

Filastrocca che stringe alla gola

Filastrocca dei perché

Filastrocca del bambino tagliato a metà

Filastrocca del giudice minorile 

Filastrocca di un marito afflitto

Filastrocca dei 13 anni 

Filastrocca sulla forza dell’amore di una ragazzina albanese

Canzone della rampogna (al giudice irrituale)

 

 

 

Elena Buccoliero
Sociologa e counsellor, è docente a contratto all’Università di Parma sulla violenza di genere e sulla gestione nonviolenta dei conflitti e svolge attività di formazione, ricerca, supervisione e sensibilizzazione su bullismo, violenza di genere e assistita, diritti delle persone minorenni. Dal 2008 al 2019 è stata giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna. Ha diretto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati (2014-2021) e l’ufficio Diritti dei minori del Comune di Ferrara (2013-2020). Da molti anni aderisce al Movimento Nonviolento. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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