A Ferrara, il 9 dicembre alle 18 nella pizzeria SLURP, si svolge una lettura-aperitivo con una selezione di filastrocche giudiziarie. Di seguito tutte le informazioni.
Filastrocca in pizzeria
tutti i dolori li porta via
Filastrocca napoletana
proprio in mezzo alla settimana
Filastrocca anche se piove
in dicembre, proprio il nove
Filastrocca margherita
con l'infanzia tra le dita
Filastrocca ricottina
di un bambino o una bambina
Filastrocca verdurosa
è una storia avventurosa
Filastrocca porcellina
le parole sono trina
Filastrocca mascalzona
è una rima bella e buona
Filastrocca buona e bella
con Giovanna Baratella
Bravo più di John Turturro
ecco il grande Alberto Urro
Storie vere per davvero
scritte dalla Buccoliero
Filastrocca in pizzeria
quattro versi, un boccone e via.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche