Quel giudice dei minori
difendeva i genitori
e per i bimbi veri eran dolori.
La mamma psichiatrica
gli stava simpatica
e come ricompensa,
sfatando la credenza
le ha tolto la pastiglia
e le ha affidato la figlia.
- E se la mamma alza le mani?
Ce lo diranno domani.
Oh come è bravo, oh come è bello
questo giudice, un giudice modello.
All'uomo che ha buttato
la moglie dal balcone
imputato per tentato omicidio
questo giudice ha sanato il dissidio.
Mancando una condanna passata in giudicato
ha preso il figlio e gliel'ha affidato.
Passano gli anni e, così come previsto,
la mamma il figlio non l'ha più visto.
Oh come è bravo, com'è intelligente
questo giudice, il giudice della gente.
La mamma beve troppo e sniffa cocaina
e il giudice della gente cos'ha fatto, indovina?
Ha detto che una mamma può crescere una bambina
nell'intervallo della sniffatina.
Pretendere che smetta sarebbe assai banale
e soprattutto anticostituzionale.
- E quando la bambina diventa adolescente?
Alla droga si avvicina come niente.
Oh come è bravo, com'è interessante
questo giovane giudice rampante.
Il padre picchia forte e ha sfoderato l'ascia
per punire sua moglie che lo lascia
ma ha detto in tribunale che era molto pentito
e il giudice lo ha subito capito.
Per questo c’ha scommesso che non l'avrebbe rifatto
e non l'ha allontanato, questo è il fatto.
Così d'ora in avanti se gli vengon le voglie
può sfilare un coltello e ammazzare sua moglie.
Oh com'è bravo, com'è coraggioso
questo giudice che non ha riposo.
Un altro aveva fatto una cosa banale:
rapina e stupro a una transessuale.
La figlia ragazzina non lo voleva incontrare
e il giudice ha pensato a come fare:
un obbligo di visita gestito dagli operatori
che una volta tanto aiutino quei poveri genitori.
La figlia per la vergogna ha lasciato la città,
forse era il suo destino andarsene da là.
Oh com'è bravo, com'è alternativo
questo giudice che posa come un divo.
La figlia 16enne la faceva prostituire
ma eran solo voci e non si dovevano seguire.
La presunzione d'innocenza protegge il nido,
lui ha preso un'altra ragazza e ce l'ha messa in affido.
Poi un tribunale ha accertato che la mamma è una mammana,
ne avrà vendute due quel fine settimana.
E ora che la figlia è del tutto sconvolta?
Si può sempre sperare che la mamma venga assolta.
Oh com'è bravo, com'è controcorrente
questo giudice che ha un piano evanescente.
L'ultimo che ho in mente
era un padre indecente.
Il figlio a suon di botte l’ha mandato all'ospedale,
c'era pure un sospetto di abuso sessuale.
“Se lo ha picchiato ieri può non farlo domani”
e subito, solerte, gliel’ha rimesso nelle mani.
Il bimbo si è pentito di avere raccontato.
Il rospo nella gola d’ora in poi lo ha ingoiato.
Oh com'è bravo, com'è originale
quasi quasi gli ci appoggio una campagna elettorale.
Quel giudice dei minori
che tifava i genitori
per fortuna l'hanno sbattuto fuori.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche