Avere una figlia adolescente e accorgersi che il castello di bugie inventato per proteggerla non regge più.
Ma dire la verità a lei è dirla a se stessi, ritrovarsi davanti tutto il proprio passato.
Conquistata
Innamorata
Soggiogata
Ospitata
Legata
Sequestrata
Derubata
Sfruttata
Picchiata
Oltraggiata
Obbligata
Stuprata
Violentata
Ingravidata
Calciata
Atterrata
Afferrata
Violentata
Atterrita
Fuggita.
Filastrocca della responsabilità
I bambini sono vita e non sono proprietà.
Rifiutarsi di proteggerli è un atto di viltà
oppure è proprio un segno di chiara malafede
e bolle di sapone per la gente che ci crede.
Ma se conosci il segno di violenze e di abusi
scansi le ideologie per non stare tra i collusi.
È una tensione vera, un pensiero indipendente
quello che guida un giudice che è giudice veramente.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche