Ci sono uomini (e più raramente donne) che violentano i bambini.
Ci sono genitori che lo fanno con i figli.
Il tribunale per i minorenni interviene ancor prima delle sentenze, e dunque in casi non ancora accertati, adottando caso per caso provvedimenti di protezione per i bambini.
Ascoltati in udienza, non succede spesso che i padri ammettano le loro azioni. Questo è un raro caso in cui, invece, è successo – ed anche la madre ha avuto una condotta quantomeno singolare.
(la bambina)
Gioco del maglioncino
mi vergogno un pochino
ma è tempo di raccontare
quel che mi fa star male.
Gioco della cerniera
il giorno diventa sera
il fiocco diventa laccio
babbo chiede e io mi taccio.
Gioco che è un gioco sporco
il babbo diventa un orco
mi apre e mi dà dolore
io chiedo basta per favore.
Gioco di pelle rosa
il sonno non mi riposa
il sogno non rasserena
c'è il dubbio dopo la pena.
Gioco di pelle bianca
ho schifo però mi manca
mi pento ma un po' mi piace
lo cerco e non trovo pace.
Gioco della parola
mi sento un po' meno sola
sul sentiero accidentato
di un segreto svelato.
Questa filastrocca, che ha per tema la violenza sessuale sui bambini all’interno della famiglia, può essere letta separatamente ma anche in collegamento alle prossime che verranno pubblicate e che fanno riferimento ad una stessa situazione.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche