(l’incidente probatorio)
Nella casa con lo specchio
ho incontrato un signore
con la barba, un bel vecchio
che si chiama Vostro Onore.
Lui mi ha fatto parlare
delle cose proibite
e ha saputo ascoltare
tutte le mie ferite.
È stata molto dura
però gli ho detto tutto.
Eravamo in procura
anche lui era distrutto.
Poi tutto in una volta
si alleggerisce il cuore
sfuma il senso di colpa
abbraccio quel signore.
È stato un tuffo indietro
ma han dovuto capire
quelli che dietro al vetro
mi stavano a sentire,
anche i miei genitori
che inevitabilmente
sedevano lì fuori
in mezzo all'altra gente.
Al termine la mamma
piangeva, era sconvolta.
Si aspetta una condanna.
“Non ci sarà una prossima volta”.
L'abbraccio, son felice
le chiedo: "Andiamo via?".
Lei guarda il babbo e dice:
"E ora tutti in pizzeria!".
Filastrocca della formula magica
(lo specchio)
Specchio, specchio delle mie brame
di chi è tutto questo letame?
Queste filastrocche, che hanno per tema la violenza sessuale sui bambini all’interno della famiglia, possono essere lette separatamente ma anche in collegamento alle precedenti Filastrocca del gioco sporco , Filastrocca delle smorfiose, e Filastrocca dell'immacolata e alle prossime, che fanno riferimento ad una stessa situazione.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche