Ho conosciuto una favola nera
e ho macinato la vita in galera.
Malgrado questo ho avuto tre figli
e a tutti ho dato i migliori consigli:
Studia, lavora, se puoi riga dritto,
non come me. Sono un uomo sconfitto.
Ascolta il consiglio che oggi ti do:
Fa' quel che dico, non quel che fo.
Passano gli anni, finisce la pena
e ti ritrovi su quell'altalena
dove un periodo magari lavori
poi fai la spola tra il dentro e il fuori.
Intanto il maggiore ha incontrato la droga
e io lo ripeto aumentando la foga.
Ne ho viste tante e ti dico perciò:
Fa' quel che dico, non quel che fo.
Rubavano altri, io passavo per sbaglio
però il poliziotto ha preso un abbaglio.
Perfino il giudice non mi ha creduto
e io sono stato mazziato e cornuto.
Ero dietro le sbarre, è venuta mia moglie:
“Il secondo ha rubato per cavarsi le voglie”.
Senti bene, ragazzo, che consiglio ti do:
Fa' quel che dico, non quel che fo.
È una macchina usata, il motore non tiene
io volevo aggiustarla, era fare del bene.
M'hanno dato sei mesi ma… ai domiciliari
così ho visto il piccino con gli altri scolari
tra giochi, merende, qualche telefonino
che il suo compagnuccio gli ha rubato in giardino.
Per te figlio bello un consiglio ce l'ho:
Fa' quel che dico, non quel che fo.
Non ho avuto altri figli però sono sicuro
che un quarto avrebbe conservato il lavoro
come son persuaso che ogni cosa successa
è un capriccio del caso, una brutta scommessa.
Quando poi si apparentano agli amici sbagliati
tutti i figli deragliano, da chiunque son nati.
Io comunque ripeto con l'amore che ho:
Fa' quel che dico, non quel che fo.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche