La violenza fisica o sessuale sui bambini è tra i reati più gravi, inaccettabili, carichi di conseguenze drammatiche nel breve come nel lungo periodo. Ma è anche una delle accuse più difficili da provare, specialmente quando i fatti avvengono tra le mura domestiche, perché nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono testimoni ulteriori al bambino vittima del reato.
L’esperienza di giudici e operatori dice che, purtroppo, tanti processi per maltrattamenti o abusi sui bambini va a finire in niente. Cioè si assolve non per la certezza dell’innocenza, ma per non essere riusciti a provare niente.
“Qui l'abuso, sì, c'è stato,
ma… a chi va addebitato?”
Qualche volta la questione
sembra senza soluzione
e anche il giudice più attento
dentro al suo procedimento
a furia di ascoltare
non sa che pesci pigliare.
Il minore è sofferente?
Non è in grado di dir niente.
Ha un ricordo un po' confuso?
Chi gli crede è proprio illuso.
Quando poi è sessualizzato
è soltanto un po’ scafato
e se parla con distacco
è un minore sotto scacco:
di una mamma rancorosa
(va tramando senza posa)
della solita assistente
(che manipola la mente)
del dottore un po' inesperto
(che ha sbagliato il suo referto)
di un docente un po’ maligno…
…e così via. Lo vedi il ghigno?
Non parliamo addirittura
dell'ascolto là, in questura.
E la psicoterapia?
Può condurre alla follia.
Se poi il bimbo la richiede
(non c’è chi non se ne avvede)
no, non è traumatizzato.
È, semmai, manipolato.
Puoi capire la stranezza
che è ormai verificata:
il reato è una certezza
ma l’accusa è scardinata.
Tanto arduo è il percorso
disegnato dalla legge,
tanto incerto è quel ricorso.
E non c'è chi ti protegge.
Certo, esistono gli abusi
ma la beffa è ormai accertata:
i collusi e i coscienziosi
sono parte alleata.
Ci sarà da qualche parte
un bambino maltrattato
ma non qui… forse su Marte
e da noi non è atterrato.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche