(l’affidataria)
A volte sento proprio che mi manca l’aria.
Da qualche mese sono una zia affidataria.
Tra tutte le ragioni ho scelto i bambini
e non sono disposta a stare ai vostri giochini
perché ci sono io a vegliare il loro sonno
e no, non ho un’idea di come gira il mondo.
Mi accorgo che mi è strano il vostro linguaggio
e quello su cui io ho basato il mio ingaggio
è solo proteggere i bambini con amore
e preservare me stessa per non cedere al rancore.
L’odio sarebbe facile ma non lo voglio covare
(così rispetto la madre, lei non lo può immaginare)
Incontro lo psicologo, l’assistente sociale
e spero di non fare troppo del male.
Ci pensa poi la mamma, in rete e sui giornali
a distruggere i suoi figli, a tarpargli le ali.
C’è sempre un giornalista credulone che abbocca
non può immaginare ai bambini cosa tocca.
Le cose gravi accadono, nessuna verrà scritta
e io devo abbozzare, so tutto ma sto zitta.
Il luogo per chiarirsi non sarà il quotidiano
se ai bimbi veramente voglio dare una mano.
C’è un prezzo da pagare e io sono disposta
ma nessuno sa dirmi quale sarà la posta.
Affetti e relazioni sotto la lente d’ingrandimento
dove mi trovo anch’io, arresa allo sgomento.
La filastrocca si collega ad altre quattro, sono sguardi diversi sulla stessa storia. Le prime sono la Filastrocca del ritornello e la Filastrocca del bimbo mangione,le altre verranno pubblicate nelle prossime settimane.
Questa è l'introduzione alle cinque filastrocche:
È sempre difficile credere che un genitore maltratti i suoi figli, e se poi è la madre a farlo questo può sembrare veramente impossibile. Così accade che i bambini non vengano ascoltati e che tutti – dall’insegnante al vicino di casa, fino a chi scrive sul giornale – si sentano in diritto di mettere bocca.
Il prezzo più alto, dopotutto, lo pagano i bambini.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche