Una storia normale
come quella di tutti.
Una vita banale
inghiottita nei flutti
di una brutta tempesta
di un pensiero che assedia
che comanda e che innesca
una triste commedia.
Ti sentivi un signore
eri calmo, pacato
un’idea dell’amore
il tuo posto assegnato.
Quando hai perso il lavoro
già ti è nata una figlia
ma rinunci al decoro
e abbracci la bottiglia.
Più che altro si svuota
la dignità che conservi.
Gira forte la ruota
non ti reggono i nervi.
È una trama già scritta:
picchi, lei ti perdona.
Assisti alla sconfitta
da una brutta tribuna.
La tua bimba innocente
non la guardi nemmeno.
Così forse non sente
e capisce di meno.
Ma accidenti ha capito
anche senza spiegazione.
Il suo sguardo spaurito
misura la tensione.
Lei ti offre uno specchio
non ti assomigli per niente.
D’improvviso sei vecchio
scavato dalla corrente.
Il salvagente non c’è
il salvagente ti manca.
Ti trascina con sé
la tua vita già stanca.
La Commissione Giustizia del Senato dovrà a breve pronunciarsi sull'abolizione dei Tribunali per i Minorenni compresa nella cosiddetta "Riforma Orlando". Ubiminor e Cukerì sono molto preoccupati perché questa riforma avrebbe effetti devastanti sulla specializzazione dei Giudici chiamati a decidere su tutto ciò che riguarda bambini e adolescenti. Per questo sosteniamo la petizione che chiede ai Senatori di stralciare dal DDL tutti gli articoli sui Minori, e di occuparsene in una Legge "ad hoc" con più cura, e con maggiore condivisione con gli "Attori" della Giustizia Minorile: https://www.change.org/p/ |
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Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche