Il padre è in carcere e ci starà a lungo, lui preadolescente è segnalato per un lungo elenco di soprusi e ribellioni a coetanei e adulti. Sulle orme del padre, pensiamo.
Forse lo è davvero, anche quando sembra mettere la testa a posto dopo che proprio il papà gli ha chiesto di comportarsi bene. E quale sia e sarà il peso di quest’uomo ingombrante, nella vita del ragazzo, è difficile capire.
Angelo azzurro
angelo nero
quando disturbo
sono sincero?
Io sono un grosso
passo col rosso
solo la faccia
è una minaccia
e al mio cospetto
esigo rispetto.
Sono anche quello
che ti dà ascolto
sono il gemello
che impara, e molto
che ti stupisce
perché capisce
e riga dritto.
Così ho sconfitto
la tentazione
alla ribellione.
Quale vittoria
più mi seduce?
Qual è la gloria
che mi conduce?
Cerco il modello
più forte e bello
scelgo il mio babbo
sembra un nababbo
poi va in galera
prima di sera.
Lui era in voga
e svelto di mano
ma con la droga
ha sbagliato piano.
L’han condannato
so che ha sbagliato
ma mi vuol bene
e le sirene
del suo passato
mi hanno incantato.
Ora mi manca
la sua parola.
La mamma è stanca
e non consola.
Babbo ha ordinato
l’ho accontentato.
Disse: “Fa’ il bravo”.
Per lui cambiavo
la direzione
e aveva ragione.
Sono bravissimo
eccezionale
sono fighissimo
e molto speciale
sono eccellente
piaccio alla gente
e le ragazze
mi vanno pazze.
Poi se mi affido
forse sorrido.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile di Cukerì che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche