Il fatto è accaduto verso metà febbraio. Un passante ha notato una bambina di 9 anni che in campagna “si appartava” con due adulti e aveva rapporti sessuali con loro. Si è saputo poi che questi fatti proseguivano da mesi, organizzati da entrambi i genitori della piccola.
Sono Davide, un passante
Osservante
Non in senso religioso
Curioso
Ciò che vedo è troppo brutto
Distrutto
Dall’oltraggio ripetuto
Cresciuto
In un’ombra inesplorata
Violata
La bambina era inerme
Quel verme
Incredibile, è tranquilla
Non strilla
Un maiale dopo l’altro
Senz’altro
Il podio spetta ai genitori
“Signori
Vendo bimba di anni nove
Se piove
Faccio venti con lo sconto”.
L’affronto.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile dell'autrice che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche