Anche il giorno di Natale
va un po’ bene, va un po’ male
e se i bimbi fanno festa
noi si sta con quel che resta.
Siamo franchi, è poi un vantaggio
che compensa di ogni oltraggio
che il Natale sia perfetto?
Tanto vale stare a letto!
Sì, poltrire è divertente
e anche il sogno mi rapisce
ma conosco tanta gente
che ogni giorno costruisce
un Natale quotidiano
con al centro i più piccini
dove ci si dà una mano
senza remore e confini.
Do gli auguri a tutti loro
che ci sono per davvero.
Custodiscono un tesoro
con l’impegno più sincero.
E così venga Natale
con la pioggia e con il sole.
Venga il bene con il male.
Ci accarezzino parole
per cercare tra i pensieri
tante strade o quella sola
che conduce i desideri
a una soglia che innamora.
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile dell'autrice che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche