Si, per me è la quarta figlia.
Non lo so se mi somiglia.
Forse son superficiale
l’ho lasciata all'ospedale.
Sì, lo so che l'astinenza
sul neonato è una violenza.
Io le ho dato cocaina
e vino fin dalla mattina.
Però, quando ho partorito
l’alcol era già smaltito.
Ero fuori a notte fonda
quattro birre, solo bionda.
Ora son ricoverata
e poi, disintossicata
me ne andrò in comunità
dove lei mi seguirà
perché io sono la mamma
e il sangue lo comanda.
Sono io la genitrice
che può renderla felice.
Io la amo e per mia figlia
faccio quel che mi consiglia.
Sono qui, quasi commossa
Che ne dice di una… rossa?
Le filastrocche giudiziarie
I tribunali per i minorenni prendono ogni giorno decisioni difficili. Scelte delicate, suscettibili certo di errore ma orientate ogni volta sulla valutazione dei rischi e dei danni che un minore patisce, molto spesso per mano degli adulti a lui più vicini vale a dire i suoi genitori e i familiari più stretti.
Negli ultimi anni una retorica mielosa e in bianco e nero ha raccontato storie dove i buoni erano ben distinti dai cattivi e dove la conclusione era invariabilmente una sola: i bambini e i ragazzi devono crescere con i loro genitori. Con loro, chiunque essi siano e comunque si comportino.
Ogni altro intervento, anche quando è temporaneo e di stimolo al cambiamento per giungere a relazioni familiari più serene, viene presentato come crudeltà, come ingiustizia. Avrebbe, ciascun genitore, il diritto di fare dei propri figli tutto ciò che vuole - e di evitare il dolore, per sé e per il bambino. Piuttosto la perversione, il maltrattamento, l'incertezza endemica. Tutto sembra meglio della sofferenza che sta dentro alla crisi e alla necessità di cambiare.
Il cinismo infantile dell'autrice che racconta scelte giudiziarie estreme, eppure ordinarie nelle aula dei tribunali per i minorenni, è uno sberleffo a questa logica e un modo per affermare una volta di più che i bambini e i ragazzi sono persone. Non proprietà, non appendici degli adulti ma persone, soggetti di diritto, nei cui panni occorre provare a mettersi e che è opportuno disporsi ad ascoltare in ogni singola e distinta decisione che riguardi da vicino la loro vita.
Le precedenti filastrocche